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Da principio
fu molto dura la salita
tu prima di me
ed io dopo di te
poi noi due insieme
ansimando per la via.
Il castello era vuoto
quando venisti al mondo
poi arrivò l’inverno
portando le sue croci.
Di tanto strazio
mi rimase solo il volto
di un leone stanco
esangue e sofferente
che insegue la sua mèta.
Un docile agnellino
sbranato senza colpa
fu la mia pena
più grande della sera.
Ed ora
al basire del tempo
avrei diritto anch’io
a un po’ di comprensione
in questo nostro mondo
senza alcuna commozione.
Per quanto tempo ancora
mi trascinerò impotente
per questi avari lidi
senza voce né tempo
e senza sponde?
Sono stanco di urlare
a chi pare che si volti
e che mi ascolti
ma non risponde.
Cerco una ragione profonda
per continuare a lottare
tra una moltitudine di gente
e di cattivi presentimenti
Vorrei una leggera brezza nel cuore
che mi faccia sentire com’ero
libero dai fardelli
e assai più leggero
come quando ero bambino
e correvo a perdifiato
nei prati sconfinati,
poi mi accasciavo stanco
beandomi della vita
e di quell’aria pura e rarefatta
che avidamente respiravo |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Questa poesia è innanzitutto un omaggio ad un uomo: mio padre! L’autore immagina un ipotetico dialogo con suo padre che non c’è più, le sue difficoltà, le sue vicissitudini, le ristrettezze prima e la sofferenza e la malattia dopo, quella tremenda malattia che non gli lasciò scampo. La sua ultima immagine fu quella di un leone stanco in cerca di una mèta, del meritato riposo. Poi l’autore volge lo sguardo a sè stesso, alle sue inquietudini e vorrebbe liberarsi di tanti fardelli, essere più leggero, come quando era bambino e correva a perdifiato beandosi della vita e respirando aria pura.» |
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mi sono commossa c’è pathos ... (emiliapoesie39)
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