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Cadono sciami di foglie e presto i rami spogli,
irti graffieranno lembi di sereno
s’ode il vento dietro le corte chiome
Dei passanti s’affretta il passo sull’asfalto
Un uomo stanco fischia un motivetto
fin sulla soglia. Indi l’uscio spalanca.
Più corto, il giorno chiama presto
il lume a rischiarar la stanza
A stormi hanno lasciato gridi in aria
e tra le nubi un frullo d’ali come
un vibrar di corde... ora lontano.
Gli uccelli sono migrati altrove
Muteranno i tramonti. Nuove albe
recheranno il peso di quotidiani affanni
E ancora attese e nei germogli si perpetuerà
la vita al rifiorire della stagione lieta
Ma ora... Ora la terra di porpora si tinge
e d’oro. Ora i filari ubriacano le vespe
e l’olivo va maturando. Scricchiola il bosco
e nel sentiero di foglie s’aprono ricci
_ tra le spine si schiude la castagna _
Dicono che d’autunno tutto muore
Dunque è morte la musica nei tini
e la pioggia sui vetri e sopra i tetti
e l’odor della terra molle dove i funghi
fan capolino o dell’acqua stagnante
sulle foglie cadute? No! E’ un tempo che muta
che racconta di sé colori e note
che s’appresta al riposo e al rigor dell’inverno
E’ un tempo disadorno. Tempo di mestizia
e di preghiera. Tempo anche d’oblìi... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Coloratissima. Ispiratissima. Suadente! (numerouno)
complimenti ed un caro saluto. (emiliapoesie39)
Condivisa in toto. Bellissima. Tu e la poesia. Bac (Francesco Rossi)
Segnalo l’opera. (Francesco Rossi)
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