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Oh breva! tu lamenti con me il pianto
antico della Vita.
Lamenti il precipitàr delle prime
foglie d’Autunno,
e l’appassìr delle solinghe viore;
e lamenti... e lamenti singhiozzando
che gli àcini sono pronti alla triste
Gioia di vendemmia,
che la Natura ha sonno e si lenisce,
che quest’Estate muore,
e che svanisce or lento, or svelto il volto
d’un Sol raggiante...
che i miei capelli si fanno più scialbi,
che il mio giòvine cuòr ne sta mutando
gli ardenti Sogni in tomba;
e che ne’ i campi ambrati non vi son
più rose e viore.
Oh breva! tu lamenti e forse annunzi
che oggi sen vièn la piova,
pianto antico di Vita, e Cielo e terra...
pianto e dolòr!
Lamenti la mietitura de’ i miei
Sogni furiosi,
e il ristagno de’ i quieti Desidèri,
e l’arrivo possente dell’Autunno,
e l’urlo di Settembre...
e lamenti... e lamenti a’ le risaie
il lor riposo eterno...
e che io mi trovo qui, alle loro ripe,
come un airone affamato dal freddo
corso della stagione...
che credo avèr perduta la via amica
verso il nido di fango...
e non v’è più da mangiàr per il grano...
e che ne’ i campi ambrati non vi son
più rose e viore. |
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