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| Ci sono treni che passano così veloci...
salire sembra un azzardo
a volte riusciamo,
spesso ne valeva il rischio.
Altri fermi in stazione da anni
aspettano proprio noi,
ma passando accanto non li vediamo più
confusi con lo sfondo,
prima o poi anche loro partono
scorrono solo un attimo
e non basta il tempo per i saluti.
Ci sono quelli persi per un istante
non eravamo pronti
troppo giovani
troppo cauti
troppo saggi.
Treni che arrivano all’improvviso
persone a noi vicine salgono,
non avevamo il biglietto noi
e comunque non saremmo andati.
Altri per i quali avevamo comprato
due posti accanto,
invece ne bastava uno solo.
Quelli annunciati più volte
da fischi e rumori metallici
li aspettiamo a lungo
ma sono fermi in qualche altra stazione.
Treni che tornano dopo anni
e ci chiedono di salire
si meravigliano anche
che non avevamo conservato il biglietto.
Talvolta saliamo sui locali,
fanno tutte le fermate,
un po’ ci adattiamo
un po’ vorremmo scendere.
Ci sono treni che portano
profumi della primavera
recano desideri
e nostalgie.
Poi assolati vagoni
dai riflessi abbaglianti
piacevole calore sulla pelle.
Quelli che nel loro movimento
sollevano una foglia ingiallita,
rimane sospesa in aria
e raggiunge le altre.
Altri, carichi di neve,
ricordano le pallate da piccoli,
ma anche il freddo che gela.
Ci sono treni sui quali rifiutiamo di salire,
alle persone che ci stanno già salutando
con cortesia suggeriamo:
"Prego, prima voi!" | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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L’infinita simbologia dei treni... (Antonio Terracciano)
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