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Entro ivi, andando a Tor della Castagna;
stretto, quel vico, e lastricato al suolo;
v’è una chiesina, e, il cor, lì m’accompagna;
dice che, in Cielo, l’alme han porto e molo;
è di Antiochia, Santa Margherita;
m’inchino, anche se, a farlo, sono io il solo.
Amistà interna del bel Fior ne è Vita,
di là io rammento i secoli passati,
di Dante, dell’esilio, e poi com’è ita.
Un Principe, al destriero, il volgo ai lati,
onora il borgo, mentre Ei segna il passo;
l’anima è, Egli, del bel stil dei vati.
I guardi vanno, riverenti, in basso;
madonna segue Lui, del Paradiso;
umile l’aria, e sacro è il trave e il sasso.
"Gloria in Excelsis" - da un di Lui sorriso. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Santa Margherita di Antiochia è una chiesina edificata nel centro di Firenze, nel 1033. Da lei, provengono tante rimembranze liete. La fondatrice dell’ospedale di santa Maria Nuova, poco distante, cioè Monna Tessa, frequentava le funzioni religiose in tale sacello, già dalla prima metà del secolo decimoterzo (1200). I giovanetti, verecondi ed ossequiosi, onoravano le visioni mistiche dei poeti e degli insegnanti dottrinali, e la famiglia de’ Portinari, insieme ai Caponsacchi, favoriva la presenza dei frati dal convento di Sant’Egidio, propinquo, ivi. Un omaggio ai rimatori.» |
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Versi eccelsi e dotti. Come sempre... . (alias Marina Pacifici)
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