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Notte dei tempi, Pace nel destino,
è Luna piena, ‘n Cui raccoglimento
’fulge, ed è "Mare", al chiostro, e nel convento,
soave va, il lume, qual perpetuo e fino;
dorman profondi gli esseri; il mattino
lontano arduo, resta, al firmamento;
requie fa, agli empi, orrido spavento,
ma, essi, riposan, mentre Iddio han vicino.
Sonno profondo, senza sogni, in loro;
madonna del Re, intanto, pia orazione
consacra, da che il Sir, ver’ lei, ben dice;
raggi selenei, i’ guardo, paian’ oro,
liturgia d’ore ampie, eleva e pone,
ella umiltà riflette, di Lui vice...
...stila, Dante, ‘esto Canto, in fe’ e ragione... | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Madre natura trasmette la soavità dell’umiltà già fondamento insito nell’Amistà del Sire, Iddio sommo. Egli, il Quale Cospetto soave riluce a Notte di Pace mistica, reciproca con lei soavemente, come sogliono le irradiazioni, delicate e rigeneratrici, dalla Luna Piena. Noto Dante comporre una Laude, sublime, ineffabile per altezza, in tale adagio di oboe e viole, maestoso e pio.» |
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Un poetare aulico e solenne sf Buona serata (Alberto De Matteis)
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