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“Non ti mando a far ... funghi per rispetto,
perché non uso termini volgari,
ma il tuo comportamento è assai scorretto,
sai bene che mi devi quei denari!
Però non vuoi parlarne e ti capisco,
anch’io ci tengo tanto all’amicizia,
dovresti essere tu con gentilezza,
ma forse, non l’accenni per pigrizia! ”
Così gli disse Marco a Filiberto,
il quale gli rispose: “Mi dispiace,
speravo non ne avresti più parlato,
almeno potevamo stare in pace,
in questo modo mi stai rinfacciando
il prestito c’hai fatto ad un amico! ”
Rispose Marco: “Vedo che la cosa
l’hai presa come fossi tuo nemico!
Il prestito ha l’aspetto di un piacere
e come tale va restituito,
invece tu l’hai già considerato
un semplice regalo già acquisito!
Da parte mia sono acconsenziente,
ma mi risulta che in precedenza
hai già truffato tutti i nostri amici
che l’hanno giudicata malvivenza!
Non si può stare in una comitiva
e chiedere dei soldi a tutti quanti
dicendo ch’era un prestito volante
e che restituivi quei contanti!
Ho già parlato con i nostri amici
e m’hanno detto che la tua presenza
non è gradita nella comitiva
hai mosso in tutti troppa diffidenza!
Perciò da oggi non puoi più contare
su ventitre compagni d’avventura,
ti serva di lezione, non si ruba
in tasca degli amici, è da censura!
Domani non venire a casa mia,
persino Elisabetta che ti amava
non vuole più vederti, non credeva
che fossi un ladro, né l’immaginava!
Ed hai rubato i soldi pure a lei,
davvero ti dovresti vergognare,
ti sto parlando a nome degli amici,
il tuo contegno è sol da condannare!
Neppure voglio stringerti la mano
perché con quella tu hai derubato
i tuoi amici che son stati onesti
a credere in ciò che gli hai giurato! ”
Gli sguardi s’incrociavano fra loro,
ma proprio in quel momento Filiberto
proruppe in pianto e disse sottovoce:
“Te lo confesso qui, a cuore aperto,
mi sono incaponito con il gioco,
chiedevo i soldi a tutti per rifarmi,
speravo sempre di restituirli,
perdevo e non potevo più fermarmi!
La colpa è mia, sono desolato,
son stato preso dalla frenesia
del gioco ed ogni volta ... delusione!
Sembrava un’inguaribile follia!
Da poco ho smesso, ma è troppo tardi!
Vorrei soltanto che mi perdonaste,
Elisabetta l’amo da morire,
ho scelto le maniere più nefaste
per farmi giudicare in malo modo! ”
Aggiunse Marco: “Almeno tutto questo
ti serva veramente per cambiare ...
e farti ritornare un uomo onesto! ” | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«NB.: I nomi dei personaggi e la vicenda suesposta sono frutto della mia fantasia, pertanto ogni riferimento a persone o cose, deve ritenersi del tutto casuale.
In una comitiva il rispetto dell’amicizia deve essere la prima cosa per un quieto vivere, però è cosa naturale che fra tanti amici c’è sempre la mela marcia che non usa un comportamento corretto e questo danneggia tutta la comitiva, in questo caso si è trattato di un vizio di gioco, la ludopatia è dannosa per i giovani che ne restano schiavi sino a commettere azioni non degne di una persona onesta, come nel caso citato nella poesia.» |
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