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Apro il cancello
dove rivoli d’acqua
solcano il ferro battuto
di un tempo.
Le ancestrali fatine della nebbia
percorrono fluttuanti
il breve sentiero
che porta al dolce rifugio
dei miei anni.
So che la mia vista
non potrà più tornare,
ma conosco
ogni piccolo anfratto
che la mia nicchia ripara.
Dopo il rassicurante sussulto
del cancello che si chiude,
percepisco il caro salmastro
in lontananza;
so bene che poco più in là
timidi sassolini variopinti
mi fanno sentire
come Pollicino nel bosco
e mi portano sempre dentro
ad un vicolo cieco,
dove soltanto i ricordi
hanno occhi per ricordare
all’infinito come il mondo
continui ad avanzare
senza di me.
L’odore frizzante
delle mie spezie selvatiche
mi riporta lontano,
dove ancora bambina
riuscivo a sognare
come sarebbe stata la mia vita.
Poco distante
il profumo del gelsomino
innamora il mio cuore
del volto di un bambino
mai cresciuto,
poi riconosco benissimo
che il vellutato sospiro
di un vento fresco
riporta alle mie narici
la delicata essenza
del glicine fiorito.
Mi sembra di vederlo
nella sua corposa
vestaglia color lilla
farsi scuotere dalla brezza
come grappolo d’uva
al sole.
Cingo le spalle
con il mio scialle:
a sinistra quasi in disparte
in riflessiva attesa
l’albero di mimosa
che sospira di impazienza
per tornare allegro e in festa,
a destra i cespugli di camelie
bianche, gialle e rosa accese
che mi deliziano nell’ora del tè,
poi all’entrata della casa
la mia veranda un po’ assonnata,
dove timide pansé si affacciano
sullo stupendo panorama
e mi sento come
Alice nel Paese delle Meraviglie.
Infine mi siedo
sulla ormai fredda panchina
di fianco alla casa
e chiedo perdono
al mio angolo di sogno
per non poterlo vedere
almeno per un’ultima volta.
Ma lo immagino,
so che è lì con me
uguale a come
lo ricorderò per sempre.
All’improvviso i miei pensieri
si sentono bagnati
dall’antico sapore della vita.
E sono
quasi certa
che la pioggia
abbia colto di sorpresa
il mio rifugio,
ma soltanto dopo
mi accorgo
che son le lacrime
ad aver invaso
il mio viso.
È così
che divento pioggia
nel mio giardino. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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