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O mia bella e gentile ragazza
che ogni giorno io vedo passare,
sei davvero di classe, altra razza
e regina tu sembri all’andare.
Nel mio cuore per te ho ogni elogio
e mi appari miraggio fatato
quando entri nel bar “L’orologio”
ordinando un caffè ben macchiato.
Lo sorbisci con fascino fino
e ti osservo in sospiro ogni giorno,
nel vederti in tal modo divino
io m’incanto e il domani ci torno.
Chi sarai? Certamente un portento
di cultura, parlarti vorrei,
titubante non trovo il momento
salutarti, eppur sempre ci sei!
Finalmente però l’occasione
di parlarle si è presentata,
a spostarmi le do uno spintone,
di caffè lei è tutta macchiata.
Sto per chiederle scusa e asciugarla,
l’occasione alla fine ho trovata
ora posso negli occhi guardarla,
in quegli occhi suoi dolci di fata.
Non ho tempo di aprire la bocca
che lei tosto si mette ad urlare
e i più grossi improperi mi tocca
in quel piccolo bar sopportare.
“Gran cafone, ignorante e buzzurro,
vedi il danno che tu hai provocato
al mio abito tinto d’azzurro,
bellimbusto e imbecille sei nato!
Ed adesso io vado al lavoro
dopo tutto quel ch’è qui successo
riportando da tutti disdoro,
gran cretino, ma vattene al cesso!
Come faccio al lavoro ad andare
così concia con questi indumenti,
son l’addetta i locali a spazzare
e dar cencio su quei pavimenti!
Che diranno a quel gran istituto
dove svolgo un lavoro importante,
io dirò che son stata macchiata
da persona cafona e ignorante!”
Gli improperi davvero son tanti
coi clienti che stanno voltati
ed io resto in sentiti rimpianti
per i sogni che via sono volati.
Soprattutto però mi consolo
nel vedermi così competente
di riuscire con sguardo uno solo
a capire perfetta la gente! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«E’ sottinteso che chi spazza i pavimenti ha la stessa dignità di ognuno e merita il rispetto più assoluto. E’ un lavoro come tutti, e talvolta, con i tempi che corrono, svolto addirittura da laureati! In questa scherzosa strimpellata ho voluto solo dimostrare la mia assoluta incapacità intuitiva nell’interpretare le persone senza prima averle ben conosciute.» |
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La leggiadra fanciulla era in realtà un orco... (alias Marina Pacifici)
In rima si legge facilmente. (Vaibhava das Vito Parisi)
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