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«Ho comprato, ieri, l’ultimo libro di Carlo Rovelli, noto fisico e divulgatore scientifico, "Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è importante la gentilezza" (ed. "Corriere della Sera - RCS ", Milano, 2018) . Ho cominciato a leggerlo, ed ho già trovato pensieri molto interessanti, che ci riguardano. Nella seconda pagina di copertina si legge: "La grande scienza e la grande poesia sono entrambe visionarie, e talvolta possono arrivare alle stesse intuizioni"; e nella quarta: "Sentire una persona colta di oggi che scherza e quasi si vanta della sua ignoranza scientifica è altrettanto triste che sentire uno scienziato che si vanta di non avere mai letto una poesia" . Inoltre, a pagina 22, l’autore riporta una frase (piuttosto paradossale, sotto un certo punto di vista) di Vladimir Nabokov: "Uno scrittore deve avere la precisione di un poeta e l’immaginazione di uno scienziato" . Insomma, sembra di poter concludere che la poesia (o la letteratura in generale) e la scienza non siano così tanto agli antipodi come appare a prima vista (se la "Recherche" di Proust, ad esempio, è diventata il capolavoro letterario del Novecento, ciò è successo anche perché Marcel scriveva non poche sue pagine solo dopo avere approfondito certi argomenti con alcuni suoi amici scienziati) . La religione, intesa come "legame", è spesso oscurata, ma non la si può certo cancellare!» |
Inserita il 27/01/2019 |
La vera religione (ce lo dice
della parola l’etimologia)
è il trovare legame, analogia
fra tante cose, un’unica radice.
Ed invece, nel mondo ch’è moderno,
più non esiste questa religione,
sconfitta dalla specializzazione,
dal sapore attraente e molto odierno.
Sono oramai scomparsi quei dottori
che con attenta visita scoprivano
quasi tutti quei mali che colpivano
l’uomo, guardando il dentro dal di fuori.
E quando un insegnante (è capitato)
vuole allargare un poco il suo discorso,
dai propri alunni del suo stesso corso
è riportato dentro il seminato.
Dei politici senza fantasia
parlano sempre degli stessi temi,
imparati a memoria, ed i problemi
trattano senza minima poesia.
Non c’è più religione in questo mondo,
c’è poca connessione tra le cose,
che al contrario sarebbero armoniose
se unite da un legame più profondo! |
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Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
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«Secondo una (anche se contestata) ipotesi etimologica (avanzata da Lattanzio e Tertulliano), la parola "religio" ("religione") potrebbe essere derivata dal verbo "religare" (" (col) legare") (cfr. "Le parole d’oggi", di Emidio De Felice, ed Arnoldo Mondadori, Milano, 1984, pag. 60) .» |
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Grande verità e grande chiusa. (Rosetta Sacchi)
Congratulazioni al nostro Autore del giorno! (alias Marina Pacifici)
Davvero, non c’è più religione... come canta Vasco! (alias Marina Pacifici)
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