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Ho avuto un intesa mentale,
un fusione d’anima
col cielo stellato africano.
La luna si faceva attendere
lasciava spazio a migliaia di stelle.
indimenticabili diamanti di latte.
Era mio per un attimo quel cielo
o, se volevo per sempre,
rubavo un sogno
da una stella cadente,
acchiappavo al volo
la più vicina e la tenevo stretta.
Un pugno chiuso
e dentro l’uomo e lo spazio .
Sdraiata sul muretto
il cielo mi era addosso
le stelle emanavano
un profumo di gioia.
alla mia sinistra esse danzavano
un ballo tribale.
Il canto delle preghiere musulmane
arrivava lassù ed Hallat gioiva
Perdonava peccati e prometteva felicità.
Ma il cielo è immenso e ogni Dio è presente.
Alla mia destra le stelle formavano una capanna
Di sopra luceva la cometa.
Brillava un bimbo, al centro
sulla mangiatoia.
Lo vedevo dalla pelle nera.
La luce più
bella .
É quasi natale.
Gesù nasce ancora .
Anche la parte di cielo
che porta a noi il bambinello
si mostrava in uno spettacolo unico.
La preghiera di un mondo migliore
con un ode muta di lamenti arrivava in alto,
là dove ogni anno
qualcuno dovrebbe ascoltare di più
Il mistero della miseria.
La mia bocca,
aperta alla meraviglia,
ingoiava luce e
tutto il corpo tremava
diventando parte di quel cielo.
Mi sembrava che quel Gesù nero
ascoltasse le suppliche
Del mondo intero. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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