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Ascolta, Ocèano, il gridàr di mia arpa;
e ruggi con le tue onde giovinette
come responso nell’eco al mio canto!...
e di leggiadra quiete il labbro, ahi! riempi
d’un cuor che a te si affanna e a’ scogli tuoi;
e digli: - Canta!... Canta ancora, oh Bardo! -
nel terreo cièl della tua immensità!...
Oh prode prole di Ossian, e di prue
selvagge date all’ignoto orizzonte,
oltre quelle che dòminano vette
tempestose e possenti in cui (io) ne ammanto
sovente i Sogni poetici e i tempi
dei più brevi àttimi irredenti, e i buoi
lagnàr ascolto dai campi, e il beffardo
chiasso del lòr muggìto che sen va;
tu, oh màr sì fosco e tenue, che alle tue
vìscere accogli i legni che per onte
di tua Tempesta naufragàr dovèttero,
vasta distesa di acque immacolate
negli ìncubi di abissi tormentati
e nel sognàr de’ i Tritòni festosi...
tu, veglia cui mi astrìngi nella Notte
perché io possa fàr còmputo dei colpi
che per Natura a’ i lidi dài, e a’ confini
terrestri di mio molo solitario,
dove (io) mi pasco di tua vastità;
ascolta! I versi miei alfìn ne cedèttero,
e l’ansie emèrgono, ombre funestate
dai sacri patti dei pàvidi Fati;
e allòr, così piangenti e lamentosi,
di Fìngall d’urli colpendo le grotte,
odi! a te làgnano Inni che, avvolti
nell’infinito étere, i meschini
non detti desìi che nel mio sudario
segretamente ispìran, tua beltà!...
Oh Ocèano! Suggerisci a me forse
d’annegare nel tuo letto di gioie
abissali e segrete, mentre in cielo
l’alba tua Luna risplende, e poi specchia
in te il fàscino suo, sì che tutt’uno
voi diventate tra tènebre e lumi,
dond’io invano qui cerco con voi fòndermi
per rapìr anche un sol de’i casti baci
d’una o dell’altro, e avèr la quiete
ambita della vostra libertà!
Oh Ocèano! Dassenno un dì mi mòrsero
in cuòr le tue gaie e sibilanti fole
che qui mi raccontava il tuo bel velo...
velo di Dea gemmata in tanta e vecchia
e inassopita fiamma! e là, nessuno
a disciòglier m’aitò codeste funi
sicché in te ancòr vorrei gettàrmi e pèrdermi
ne’ arrendèvoli Sogni sì fugaci
che nàcquero da tanto pe’ aspra sete
d’un Amòr che non può sentìr pietà!...
E mi rimane in questa mia ansia Vita
il ricordo soltanto del tuo fùlmine
che d’ìmpeto mi colpì il freddo cuor! |
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