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Quieta la sera scende lentamente
ed ognuno alla casa fa ritorno
mentre il sole tramonta dolcemente
e così si dilegua il nuovo giorno.
C’è pace intorno, ci s’appresta al desco
e si ragiona insieme ai familiari,
e in quel momento pure io riesco
stare calmo senza pensieri amari.
Fosse così sarebbe un viver lieto
e bene si starebbe in allegria,
ma quel tempo ora appare desueto
ed ogni quiete è già spazzata via.
Ciascuno sta in silenzio ed è nervoso
pensando ai guai suoi della giornata,
ma un oggetto s’accende, assai prezioso,
questa televisione tanto amata.
Con essa torneranno i bei pensieri
mentre che la guardiamo nella cena,
non avviene più adesso come ieri
quand’essa ancor non c’era, ma che pena!
Sono le otto, c’è il telegiornale
e le notizie piovono ad iosa,
c’è almeno quello schermo, meno male,
una cosa davvero deliziosa.
E arriva la notizia disumana,
trecento morti stesi in un massacro
e un villaggio travolto da una frana,
rubato in chiesa un certo oggetto sacro,
una donna ch’è uccisa dall’amante
ed un’altra stuprata in pieno centro,
e le tragedie sono proprio tante
e fra un boccone e l’altro ne siam dentro.
Per questo io ripenso al tempo antico
quando non si sapeva certo tutto,
son convinto di questo e qui lo dico:
abbiamo perso della quiete il frutto.
Più non si parla, più non si racconta
i nostri fatti e all’altro non pensiamo,
nel cervello si fa solo la conta
di che distanza dalle ferie siamo.
E ripenso a quel tempo, l’ottocento,
e l’invidio davvero con passione,
ma adesso spira un ben diverso vento
e impera somma la televisione!
Se libero ti trovi dagli impegni
davanti a lei ben subito ti metti
e di certo talvolta tu m’insegni
che è quasi più angosciante ...del Crocetti! |
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«Il nome nel testo è pura fantasia.» |
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