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In illo tempore, il nostro Creatore
era un poco indeciso sul da fare
e sentiva un leggero malumore:
vinto il dubbio, fu rapido a creare
l’eden, più bello di Pieve di Cadore
e ad un gesto, la meraviglia appare.
Cose belle, ne aveva fatte tante
ma questa superava ogni bellezza
e nella mente tanto esuberante
l’idea balena, come soave brezza:
qui ci vorrebbe un buon badante
e mentre pensa, agisce con destrezza
alita, e compare vicino quel gigante:
era l’uomo, fatto con tanta saggezza.
Fu munito di tutti gli attributi
compresa la parola con l’udito:
ora, disse Dio con toni arguti
terrai questo giardino custodito:
i frutti, potrai mangiarli tutti
ma il frutto del melo è proibito:
se mangerai di questi strani frutti
perderai questo posto tanto ambito.
Adamo, lo chiamava il nostro Dio
so che ti piace questo posto ameno
io ti ho voluto fare a modo mio
ma se avessi sbagliato, non di meno
riparerò prendendo un altro avvio:
ti darò compagnia per star sereno.
E quando l’uomo vede la compagna
ringrazia tanto il signore:
vivevano felici là in campagna
finché il serpente tentatore
disse ad Eva con vocina lagna
non credere ch’io sia ingannatore
mangiando questa frutta, potere si guadagna
e diverrete saggi, più del vostro Signore.
L’ingenua non si fece più tentare
coglie la mela mentre Adamo appare
e suadente, lo induce ad assaggiare:
col melo, faremo un grande affare
e non lasciarti ingannare
da chi vuol comandare:
ma mentre si accinge ad ingoiare
gli resta il pomo sulla giugulare.
Fu così che con stridere di denti
chiama il Signore, ma non son presenti
la vergogna li spinge a stare assenti:
ma al richiamo, eccoli i due perdenti
che coprendo le parti più evidenti
vengon scacciati via, i miscredenti.
Ora sono angosciati i due badanti
senza goder dell’ombra delle piante:
lavorando, di sudore grondanti
lui, alla compagna dice ansante:
questo è il castigo per gli amanti
e la vita, sarà molto pesante.
Il buon Dio rimase molto male
dei due che non avevano ubbidito:
commettendo il peccato originale
del giardino persero il diritto:
ed è da quel peccato che risale
l’origine di un mondo afflitto. | |
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