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Se ambigua rimane l'apparenza
e la mente a discernere fatica
quell'oscura parvenza
nel pensiero la spina si conficca
cercando di stanare l'esistenza
della strana ripicca
e provoca tanta sofferenza
la crudele nemica.
Pensiero, he nasci dalla mente
sei saggio ma intrigante:
corri così velocemente
da posarti all'istante
sulla persona presente
o su un pianeta distante:
per te la distanza è inesistente
ed il pericolo sprezzante.
Così rapidamente
fai cambiare gli umori:
se al momento gioisci sorridente
l'attimo dopo sei pieno di rancori:
indaghi, con cipiglio prepotente
persino sugli odori e sui sapori.
Pensiero, che spesso mi rattristi
non sei contento quasi mai
e pur nel sonno insisti
talvolta, procurando dei guai:
ti immergi in colori mai visti
e cerchi l'ombra in un bonsai.
E quando a notte fonda
nel silenzio che opprime
penetri come sonda
e nell'anima imprime
quella paura immonda
che la mente comprime:
mi scacci, dalla sicura sponda
e mi respingi sulle aspre cime.
Tu che tanto lontano
con me fuggir potresti
dall'ambiente malsano:
e dar sostegno dovresti
a tutto l'essere umano
mi opprimi e mi calpesti:
oh pensiero gitano
che tutto mi contesti.
Allarga il misero orizzonte
e lascia un po' di spazio
a chi preme dita sulla fronte
cercando di scacciarti insazio:
dilegua, e non lasciare impronte
in chi deprime per lo strazio.
A te, niente si può celare
pensiero, giacché tutto sai:
dovrò soltanto ascoltare
ciò che mi proporrai
senza recriminare
conoscendoti ormai:
e dovrò sopportare
tutto quel che vorrai:
come vorrei sognare
lontano dai tuoi guai. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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