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 | Pareva sì imponente, pien d’ardore,
veloce e misurato in movimenti,
a maglio similar forte ed prestante,
bicipiti possenti: “un gladiatore! ...”
Ma in gioco, tutto il suo talento volse
e pastrugnando un po’con lei ristette
con frasi e scherzi osceni baloccando:
come potesse questo alcun saziare.
Or s’alza e se ne va, e da poco venne:
tre volte al cielo in arco, e poi lo squasso,
in basso giù disteso piatto giacque ...
da dubitare un dì veder risorto!
Lui che sembrava trattenersi a stento,
già rosso in buon principio, e col fiatone
tutto il furore gli durò un istante:
di fuoco un lampo, come paglia al sole!
Pareva aver scalato impervio monte,
tale l’affanno, e poi con membra rotte;
sbuffando ed arrancando come un bove,
grondante di sudore e con le bave.
Anziano pur disceso in campo fosse ...
ma giovin grande, e grosso, e ben pasciuto!
Si tramutava presto in pesce lesso
e floscio infin si riduceva in guscio.
Incredula allor la misera risolse
sgravarsi infin dal soffocante peso.
Pensò: ”Per qual minchione avrei tradito!”...
Già dubita persin che sia venuto
mentre lui s’allontana baldo e fiero.
E annuncia che sarà presto il ritorno ...
“Furiosa, lei lo fulmina col guardo!”. | 

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