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Se c'è qualcosa che la mente assilla
e non si può trovar la soluzione
più frequente si accende la scintilla
portando il sangue a forte ebollizione:
si spera che la notte sia tranquilla
e che il sollievo scacci la tensione
ma pur prendendo una forte camomilla
la mente resterà in agitazione:
e l'angoscia che non dorme già sobilla
lo scatenarsi del sogno già in azione.
E non finiva mai quel sogno mio
e soffrir mi faceva sempre più
e inorridivo vedendo dal pendio
l'asprezza della selva un po' più giù:
e m'assillava la mente un tal ronzio
che rapiva l'animo mio sempre più su.
Fuggire ambivo, pieno di paura
ma le gambe spostavo a malapena:
mentre seguivo la mia disavventura
mi sentivo come stretto da catena
che rendeva la fuga ancor più dura
e avevo di me stesso tanta pena.
Intanto che il mio corpo trascinavo
vidi la strana bestia che avanzava
e pieno di terrore la guardavo
ora che i denti aguzzi mi mostrava:
bloccata era la lingua e non urlavo
quando selvaggiamente mi attaccava
perduto mi sentivo, e mi voltavo
e vidi, che orrenda fine mi aspettava.
Esse parean le bestie più affamate
e mi venivano incontro minacciose:
quelle sembianze di anime dannate
mi respingevano là, tanto rabbiose
sulla bestia con le fauci spalancate:
e si palesan tanto più schifose
quando mi sfioran con le zampe alzate
e a fuggir provo, dalle bestie bramose.
Son fameliche, e non mi danno scampo
le immani fiere, orribili e voraci:
un poco mi difendo e quasi inciampo
e si fanno avanti ancor più audaci:
è ormai gremito tutto il vasto campo
e sopra, vedo gli artigli dei rapaci.
Sento che il respiro già mi manca
e non ho più la forza di lottare:
l'abulia che mi avvolge e che mi stanca
non mi consiglia certo cosa fare:
il corpo si dimena e forte arranca
e sento che non posso più gridare:
ciò m'incute timore e forte abbranca
gli arti, impotenti, inabili a scappare.
Ringhiano da un lato, orribilmente
e dall'altro mi ritrovo la bestiaccia
che cerco di scacciare, inutilmente
giacché si ribellano le braccia:
calano, rapaci, quasi a volo radente
gli avvoltoi, discesi per la caccia:
ma qualcosa succede finalmente
sto ruzzolando sulla fitta erbaccia.
Nelle membra non sento più vigore
e le fiere mi saranno presto addosso
scivolo già veloce ed ho terrore
perché sfioro un dirupo molto grosso:
un altro tonfo sento forte al cuore
quando vedo il baratro tutto rosso
e delle fiamme sento già il bruciore:
sto per cadere giù nel grande fosso
quando mi sto sciogliendo dal torpore
mentre che dell'abisso sto a ridosso:
ma il sangue, che ribolle con furore
mi sveglia di colpo, molto scosso. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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