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Era già passato da un pezzo
il duro inverno piovoso
ed ero già ben avvezzo
al sole caldo e radioso:
ma qualcosa si frappose in mezzo
che mi lasciò turbato e ansioso:
furon momenti pagati a caro prezzo
ma finiva in modo assai gioioso.
I primi dell'anno si acquistava
un agnellino appena nato
ed ogni mattina si portava
a pascolare sul prato:
mentre brucava e saltellava
si doveva tenere sorvegliato
guai se l'animale si eclissava
a stento si sarebbe ritrovato.
Sgambettava già bene il neonato
e lo tenevo alla fune ben legato
mentre lo portavo, spensierato
a brucare l'erbetta nel suo prato:
se a volte rimanevo un po' distratto
mi richiamava lui col suo belato:
era assai distinto per il fatto
che aveva un fianco maculato:
ma nessuno di noi avea pensato
che andava subito castrato.
Mancava poco tempo a quell'evento
che era la Pasqua del Signore
e diceva mio padre: "stai attento
come fossi un abile pastore"
ma un giorno, mi distraggo un momento
e subito diventa un disertore
io non connetto più dallo spavento
e mi ritrovo impietrito dal timore.
Sono molto confuso e disperato
e corro dovunque, senza meta
alla ricerca del fianco maculato
ma non trovo neppure una civetta:
nella strada che vien dall'abitato
si avanza una figura molto schietta
già sento in me il terrore diradato
sentendo la sua voce chiara e lieta.
Già conoscevo il solerte giovinetto
che lavorava in un terreno accanto
molto esperto, perché da piccoletto
quel lavoro facea, con molto vanto:
"vedi quel gregge?" disse con sospetto
sentiamo se il pastore li d'accanto
si tiene l'agnello ben protetto:
io sono certo, come fossi un santo
che sta con le femmine il maschietto
e della fuga non ha alcun rimpianto.
Fu così, che in un battibaleno
lui si era nel gregge intrufolato
e cercava correndo sul terreno
l'agnello dal fianco maculato
e tendendo la mano in quantomeno
acciuffa il birbone che è scappato:
lo ringrazio con spirito sereno
contento d'averlo ritrovato:
il cuore di gioia era strapieno
per il novello amico fidato.
Il brutto avvenimento era passato
e la Pasqua incedeva trionfante:
l'agnello ormai s'era ingrassato
e sgambettava agile e prestante:
il mio lavoro fu gratificato
ma per la bestia, poco consolante:
ben presto fu sacrificato
per la festa solenne e confortante:
con gusto l'abbiamo consumato
un poco arrosto e un po' piccante:
così finiva il discolo chiazzato
ma il ricordo, resterà importante. | |
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