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| In questo tempo amaro che fluisce
senza volto,
ad arginare l'acqua del mare prendendola tra le mani,
ad attraversare i deserti dell'anima con metafore
di sangue.
Potremmo ancora raccogliere i cristalli?
Più di ogni ferita mai rimarginata,
più di ogni silenzio cadenzato da voce atona
o di ogni infinito misurato dallo sguardo.
Potremmo vivere d'amore o morire dello stesso amore?
Tra i dubbi in una morte senza rinascita,
nel rinnegare la nostra essenza in questo amore
che non riesce a comprendere il significato
delle radici e del sogno,
così smarrito sull'orlo del baratro
che si apre sulla coscienza senza memoria.
Potremmo ancora vivere di noi?
Senza più formulare geroglifici di parole amare,
o accusare, inveire, soffrire, perdonare soltanto
per annientarci in una nuova negazione.
Riesco a vedere oltre, dove la rincorsa finisce
nella morte e rinasce nella vita,
nel movimento di lacrime azzurre
e lapislazzuli incastonati in un puzzle
ancestrale dove la vita è solo carbonio e acqua.
Potremmo guardarci ancora negli occhi?
Senza accusarci o maledirci,
senza fare dell'odio lo strumento che arde le visceri
e annienta un divenire mai nato in noi.
Riconosco, le stelle, l'atomo antico, me stesso in te
che non riconosci me, che non riconosce te,
rivestendoci del radon che tutto distrugge.
Potremmo ancora guardarci negli occhi? |
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Eolo |
18/06/2017 00:01 | 1692 |
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