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Fu improvvisa ed ardua la sortita
e si protrasse una mattina intera:
poi, è andata meglio nella vita
e adesso mi diletto alla tastiera:
ma quella prima volta era finita
che la paura mi pervase fino a sera.
Disse mio padre, una mattina
oggi verrai con me nella campagna
t'indicherò un piccola stradina
che fin dove c'è legna t'accompagna:
e mentre ne raccogli una fascina
forse troverai qualche castagna:
io, proseguirò lungo la china
fino al campo, a piè della montagna.
Fu così, che senza batter ciglio
seguii mio padre, con il cuore in gola
ma senza palesare alcun cipiglio
e senza che mi uscisse una parola:
Lui, mi dette un utile consiglio
"appena torni a casa, vai a scuola:
siamo lontani poco più di un miglio
ma fai veloce, perché il tempo vola".
E quando fummo innanzi ad un tornante
già si vedeva il bivio, dopo il ponte:
"vedi quel punto? ormai non sei distante"
disse mio padre, carezzandomi in fronte:
"vai ometto!" disse con cuore ansante
e continuò sulla strada verso il monte:
io mi inoltrai nel bosco, inconsolante
e a sette anni, vi lasciai le impronte.
Già mi sentivo il cuore palpitare
mentre andavo nel punto stabilito:
sotto l'erba sentivo quel frusciare
poi, vidi il biscione colorito:
i capelli si misero a drizzare
ed io restavo molto impaurito:
le cornacchie si misero a gracchiare
ma fingevo di non aver sentito:
la paura continuava a dominare
ma mi sentivo già meno avvilito.
Mentre coglievo un ramo rinsecchito
solo nel bosco, di sterpame fitto
vola vicino un corvo un po' stizzito
e il cuore mi si blocca resto zitto:
ma ad un tratto mi par d'aver sentito
un rumore gradevole all'udito
sveglio il coraggio già assopito
stringo la fune al fascio, ed agguerrito
lo metto in spalla, e subito ho capito
che era molto sgradevole l'attrito:
così rifò il cammino a piè spedito
cercando di rammentarmi di quel sito.
Poi che ebbi il ponte superato
ripresi a camminar la via verace
con lo spirito assai risollevato
andavo avanti sicuro e pertinace:
quando raggiunsi la via dell'abitato
sentivo che il cuor batteva in pace:
fui ben felice d'esser ritornato
e la paura la persi fra le erbacce
che nella fretta avevo calpestato
lasciando tutt'attorno le mie tracce:
giunsi a casa sereno e soddisfatto
delle fascine, per cuocer le focacce:
a scuola fra i compagni ho ritrovato
quiete, dopo l'impresa audace:
quand'ebbi la lezione terminato
rincasai, con animo vivace.
A sera, all'or del desinare
mio padre mi disse molto adagio
ora devi sorridere e mangiare
perché hai dimostrato gran coraggio:
io, non volevo mandarti a lavorare
ma far dovevo un piccolo sondaggio:
d'ora in poi, solo a scuola devi andare
legna ne porto io, che sono di passaggio:
quando sarai più grande avrai da fare
sarai tu stesso a darmi quel messaggio.
Di mio padre non potevo dubitare
ed apprezzai il suo discorso saggio
veramente era un uomo da lodare:
mi piaceva sentire il suo linguaggio
che lasciava in futuro ben sperare:
già sentivo in me lieto presagio
e ascoltando mio padre nel parlare
decisi di fare un altro assaggio
tesi la mano e scelsi di pigliare
un piccolo pezzetto di formaggio:
poi salutai, e andai a riposare
contento di aver fatto il mio rodaggio. | |
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