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Quando il sole è presente
placido appare il fiume
che scorre lentamente:
onde, leggere come piume
lambiscono, la ripa di ponente
con brulicar di schiume.
Ma se il sole è latente
da nuvole, che appresso
portan la pioggia battente
l'acqua guadagna l'ingresso
nel fiume, che diventa potente
e torbido straripa, spesso
con impeto invadente
prendendo ovunque possesso.
E non gli sbarra il passo
neppur la selva fitta
e con fragor da squasso
traccia una strada dritta
e di trami un ammasso
su una pianta ancora ritta
che protetta da un masso
ancor non è sconfitta.
E' un rigagnolo inerme
dove sul monte nasce:
sottile come un verme
innocuo, come un bambino in fasce:
scende, sfiorando radici malferme
e un capriolo che pasce.
Visto dall'altopiano
segue una forma serpentina
si raddrizza, ma invano
ancora fa una svolta repentina
seguendo il tortuoso montano
e talvolta si butta nella china.
Mentre si getta nel vuoto
la vista viene appagata
osservando da sotto
la schiumosa cascata:
ed il silenzio è rotto
dall'impetuosa cateratta:
sembra che piova a dirotto
mentre scende compatta
velando un'isolotto
e l'adiacente fratta.
Ora è finita la volata
e le sue sponde dilata
attraversando la vallata:
poi, costeggia la borgata
di una città riparata
da quell'enorme ondata.
Quando arriva alla foce
già deposita a delta
qualche frutto precoce
che non ha avuto scelta:
del mare, ode la furiosa voce
che lo inghiotte alla svelta:
ivi, poserà la sua croce
che non verrà mai divelta. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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