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Parole sconnesse
si fanno pensieri
e attendono lievi
che avanzi la sera
A indorarne i colori
e addolcirne i sentori...
Emozioni nascoste
mi portan lontano
Tra sbuffi di vento
ed ebbrezza di sensi
accordando all’istante
il cuore alla mente
Scende la sera
ad acuire i tormenti
vaghezza mi punge
di librarmi nei flutti
Il mare mi invita
e tutto nasconde,
affogar della vita
le pene profonde
Le ansie che al giorno
lo sguardo confonde...
Ardire m’invita
ma il cuor non risponde |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Aspettando la sera si diventa pensierosi, le parole diventano sconnesse, i pensieri si fanno più tortuosi o più leggeri, quasi a voler esorcizzare le nostre pene. Quante volte ognuno di noi ha desiderato cambiare vita, poter affogare le proprie pene volando via o tuffandosi nel mare, quasi a voler lavare la propria anima da tutte le sporcizie, senza per questo pensare minimamente di farla finita. Il mare grande e tumultuoso è dunque quel luogo che può, con il suo moto incessante di andirivieni, lavare via le lordure della nostra anima o perlomeno nasconderle, alleviando le nostre sofferenze.» |
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