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Se il cuor non grida, se ora, o presto o tardi
vien la sera, se i Sogni son sì muti,
se tacciono gli azzardi
come i lïuti,
se qui io rimembro il Tramonto che ai monti
avvicinava il Sole, e ogni confine,
se volgo a' le Alpi e a' fonti,
vetta sublime,
se tali ombre proseguono in mia cura,
se il volto suo ritorna co' suoi steli...
È un Sogno! che perdura
pe' eterni cieli.
Verrà il tempo dov'io piangerò come
già altrove piansi. Ho chiamate bugiarde
le ansie urlanti all'addome,
Notti beffarde.
Dovevo cògliere un dì la mia rosa!
Sopravvisse all'Estate, e non a me.
Ghiacciò in neve furiosa,
ma or più non v'è.
È una storia di monti e di montagne,
dove il Destin Iddio in cime mi annota
tra le mie ardìte lagne.
Son un idiota!
Ricordo: pianse la rosa di agosto,
di mestizia m'empì l'Anima e il cuore.
M'era un veleno... un mosto,
strazio d'Amore.
Dopo svanisti! Ti credei defunta,
nell'autunno appassita, ora e per sempre,
a' tuoi fiori congiunta,
ti obliai. Mentre
vagavo nell'inverno, allor ti vidi,
nel solito roseto, al piè di un monte.
Perché... perché sorridi
alla mia fronte?!...
Le mie mani son tanto vecchie e in ruga
per còglierti, o mia rosa. Sì! perché
il mio occhio scorge e fruga
il vero che è:
tu, la sopravvissuta nell'inverno,
hai sete della Vita e della gioia,
mentre io provo in eterno
oscura noia.
Sprecai il tempo di amare, ahi Vanità!
Non posso ritornare indietro a un Sogno,
baciar la tua beltà,
e mi vergogno.
Dov'è Iddio che mi ha legato a tal croce?
Grido qual quei d'Egitto. Vo' andar via
da ombre, amàr; ma mia voce
Ei non udìa?!...
Se il tuo crine di petali ritorna,
se il tuo fascino ambìto ne risplende
qual Notte che raggiorna
e Luna scende,
se oltre le vette incontro i tuoi profumi,
se vergognando ricordo il silenzio
dei miei occhi fatti implumi,
orma di assenzio,
se sogno in Notte fonda amàrti, o fiore,
e quando ci incontriamo il labbro tace,
se, o rosa, questo è Amore
privo di pace,
se tu non sai che io gemo, e soffro e grido,
mentre qui una Tempesta orrenda tuona,
se il mio tacèr infìdo
nulla perdona,
se giovine e lontana di Natura
sei, con la tua beltà... con i tuoi veli...
È un Sogno! che perdura
pe' eterni cieli. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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