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| Mi serve questo solco - duro profondo -
vuoto di vita quiescente
questo solco aperto nella terra
come labbra che si discostano sgomente
Mi serve questo spazio - lama
che taglia l’aria - segmento
breve sul tempo infinito
mi serve respirare la vita
che ora chiudo avida in un pugno
- dimentico del nulla che contiene -
Mi serve questa crepa nel muro
d’umidità stantia quest’idea d’una vita
che scivola tra le pietre
questo ramo che stringo tra le dita
- sottile di nodi di spine - che mi ferisce
Mi serve chiudere gli occhi
immaginare l’incavo tra le gambe d'una sagoma
l’alito che passa e muove le onde
la divaricazione tortuosa delle querce
il peso della notte quando le piogge
si mischiano e le stelle impallidiscono
Mi serve circondarmi delle cose inutili
e poi disfarmi di ogni cosa
plasmare animali di creta abbattere marionette
trovare la dimensione del suono oltre i silenzi
Mi serve questa insenatura nei sogni segreti
che rende possibile la vita e la vita un miracolo
mi serve questo lato oscuro di me
che ostento come monile
e custodisco come reliquia
dove le albe lasciano pennellate di luce
questo buco nero in cui traduco il baratro
della mia mente animato dall’attrito dei ricordi
e dei bisogni negati
Mi serve il caos di colori e di chiaroscuri
sull’andirivieni dei pensieri
sui passi che furono sulle mani cieche
a indovinare un solco su un volto lontano
- un’incisione profonda una curva imperfetta -
il sorriso di chi ancora guarda
il mondo esterrefatto e rapito |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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