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 Io m'arricordo 'e quann' piccerillo
a' scola tu, pe' mano, me purtave
e quann' po' tu sulo me lassave
io pensavo: " mammà mo'nun torna cchiù"!
E che dulore e che disperazione
quanta, quanta paura, aggio pruvato
"io voglio mo' a mammà" dicevo allora
però nisciuno maje a me senteva
M'arricordo 'a maestra, puverella,
ca nun sapeva cchiù a chi putè calmà
vintotto 'e nuje erano pronti a scappà
no, nun sapeva proprio comm'era fa!
'A quann' song "gruoss" addiventato
sent'ancora 'a maestra ca me dice:
"no, nun chiagnere, nun te preoccupà!
ca, pe' te, n'ata mamma sempe sta!"
Io mi ricordo di quando piccolino
a scuola per mano tu mi portavi
e quando poi solo mi lasciavi
pensavo: " adesso mamma non ritorna più
E che dolore che disperazione
quanta, quanta paura che ho provato
" voglio mamma" allora io dicevo
però nessuno mi ascoltava
Mi ricordo la maestra che poverina
non sapeva più come calmarci
ventotto di noi erano pronti a scappare
e non sapeva proprio come fare
Da quando son diventato grande
sento ancora la maestra che mi dice
no, non piangere non preoccuparti
qui, per te, c'è sempre un'altra mamma! | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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| «Ricordo della scuola materna.» |
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Commenti di altri autori:
«Quanto dolore leggo in questi bellissimi versi in vernacolo! La mamma è insostituibile e perderla in tenera età provoca molto disorientamento. Leggendo la poesia mi è sembrato di vedere un piccolo bambino che aspetta una figura di donna che non arriva mai... Un groppo mi è preso alla gola...»
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