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Il vicolo che va fino alla torre
della Castagna, è stretto e lastricato;
un arco, poi alla piazza vi si scorre;
il capo chino, innanzi, non di lato-
lo sguardo, verecondo di poesia;
tonaca, cuffia, stilo consacrato.
Passò, un dì, qui, ad orar, la musa mia,
nella chiesina, in santa Margherita;
ora è in Oltrarno, muta, onesta, pia.
Passò, era l'otto giugno, ad altra vita,
sei mesi appresso il Padre, messer Folco;
è in Paradiso, di pietà insignita.
L'inchiostro mio, consegue: stesso solco-
-di arte trascendente, cioè: catarsi;
nettar celeste, scuro, a scriver volgo...
...fervendo omaggi al Sir di lei, ivi arsi. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Entrando nel vicolo il quale, dal Corso di Firenze, conduce alla Torre della Castagna, appresso alcuni metri, a lato sinistro, si entra nella chiesina di santa Margherita di Antiochia, edificata nel 1033 e sussidiata dai beni di Folco Portinari, il padre della musa delle beatitudini, nei due lustri dal MCCLXX. Ora, madonna Beatrice, è trapassata alle glorie dell'Altissimo. Dante ci riporta che, ella, serve santa Lucia alla Corte, mariana, della fede in Dio allo stato puro. Dante ci induce a rivolgere gli omaggi nostri a tale Reame divino.» |
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