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Ineguagliato il verso e casto invito
di eroiche gesta a raccontar il mito
si eleva il canto di un poeta antico
Possente vibra del suo cuor la fibra
ché dal racconto ambito onor si libra
dai campi di battaglia e d’avventure
Eroi che fecero la storia avita
a sprezzo del periglio e della vita
per raccontare ai posteri le imprese...
Dura è la legge e labile il confine
tra la finzione e verità sì fine
che a noi rimanda il mito e la sua forza
De’ nostri padri il senno e le movenze
è d’uopo riportar a le coscienze
che a degni figli mai non fe’ difetto |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«"Cantami o diva del pelide Achille l’ira funesta"... Così comincia l’Iliade, ossia l’epopea degli eroi della Grecia antica. Versi di ineffabile bellezza che affondano le proprie radici nel mito, quel mito che ammanta le vicende di eroi senza tempo, che da sempre affascina e sovrasta le nostre vite, la vita dell’uomo moderno. Questa lirica vuol essere un’umilissimo e sentito omaggio ad Omero, il cantore cieco e sommo aedo che tante generazioni di giovani studenti ha trasportato nel mondo fantastico ed arcaico del Mito. Sonetto di cinque terzine di endecasillabi a rima baciata, schema AAB» |
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