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♦ Giorgio Lavino | |
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Ottobre 2025 |
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Trovarmi al cospetto di Re Sole
in un sogno che arretra nei secoli,
gli inchini e i visi incipriati
alleggeriscono il peso degli intrighi
che uguali perpetrano le frodi
tra i lustrini di veline oggi.
Il trascinarmi nelle vie del secolo
bardate da nomi illustri,
ch’io disconosco per il loro vuoto,
mi rapisce dalle pene che ricerco
per ripagare il verbo limpido,
che di sangue nutre la sua penna.
I fasti delle regge di ieri
tra cortigiane ed eunuchi
sferzano gli ipocriti dei palazzi
ch’oggi derubano con piglio galantuomo.
Si fregiano gli infami d’ogni purezza
che fetida ammorba l’intelletto.
Il sogno, nel tempo, s’è fatto incubo! | 

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«la tristezza e la rabbia per un Paese dissanguato dalla famelica classe dirigenziale che disonora chi è morto credendo in una patria libera e ricca. Uomini senza onore che rubano e vessano. 'I bambini che hanno fame vietano il perdono'» |
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