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«Mi piacerebbe molto soddisfare la curiosità del lettore e della lettrice che, nel commento, mi chiedono quale mia poesia sia stata salvata nel modo spiegato in questa composizione. Ma non posso accontentarli, perché dovrei fare un elenco lunghissimo... Circa la metà delle mie poesie sono state oggetto di salvataggio, e per questo motivo molto spesso esse sono state pubblicate parecchie settimane o anche parecchi mesi dopo la loro prima stesura. Per far "bere" al lettore nel modo più agevole possibile il loro contenuto, cerco di dare alle mie modeste opere la forma del "bicchiere", ovvero di quello strumento semplice eppure al di là del quale non si può andare per ingurgitare i liquidi. Però a volte quell'oggetto può nascere con qualche lieve difetto di fabbricazione, con qualche piccola asimmetria che irrita le labbra e toglie il piacere della bevuta. Ecco, nei limiti del possibile i salvataggi delle mie poesie non sono altro che il tentativo di eliminare i difetti di un bicchiere mal nato.» |
Inserita il 01/10/2016 |
Era rimasta lì, dentro un cassetto,
per anni ed anni, alquanto trascurata
dall’autore, che in essa un po’ un difetto
aveva scorto, qualche inadeguata
parola che precario tutto il resto
apparire faceva (la poesia
è manufatto nobile, che un gesto
inadatto costringe a buttar via) .
Quasi per caso, aprendo un dì il cassetto,
rilegge quel poeta la poesia,
ed improvvisamente dal suo petto
esce nuova parola (per magia)
che va a prendere il posto dell’ingrata
sorella che per anni assai abusato
aveva del contesto: ora salvata
è l’opera, e l’autore rincuorato! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Non raramente il poeta non se la sente di pubblicare una sua opera quando si accorge che magari una sola parola non è adeguata; a volte, anche dopo anni, ecco che, rileggendo quella sua poesia, la parola giusta finalmente gli si presenta, quasi per incantesimo!
P . S . (autocritica preventiva) La poesia è appesantita da troppi "che" (cinque!); nonostante tutta la buona volontà, non sono riuscito a ridurli.» |
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