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“Se non mi date un posto di lavoro
mi butto giù di sotto dal terrazzo,
la mia famiglia vive nel disdoro,
non ce la faccio più, ... ora mi ammazzo! ”
In piedi, ritto, sopra il parapetto
con gli occhi al cielo per disperazione,
la mano destra collegata al petto
all’altezza del cuor per devozione ...
...I vigili del fuoco per la via
avevano allestito un gran telone
per attutire il gesto di follia
dell’uomo in preda a forte agitazione.
La moglie, nel frattempo, era salita
fin sul terrazzo coi carabinieri,
vedendo suo marito ancora in vita
gridò, con toni disperati, alteri:
“Mi butto appresso a te se fai quel gesto,
così lasciamo solo nostro figlio,
sei sempre stato un uomo buono e onesto,
avanti scendi, segui il mio consiglio! ”
Ma l’uomo disperato e tormentato,
rispose: “Non si può più andare avanti
in questo modo, son disoccupato
da troppo tempo, ai nostri governanti
non gli interessa nulla della gente
che soffre per miseria, son distrutto,
nessuno che mi aiuta seriamente,
adesso son deciso, ... io mi butto! ”
La moglie senza perdere un istante
salì sul parapetto a una distanza
di qualche metro, ritta e un po’ tremante
rispose: “Proprio in questa circostanza,
ovvero nel dolore più profondo
si vede se l’affetto è sacrosanto,
ci siam giurati amore sino in fondo,
se vuoi la morte mia ... ti sono accanto! ”
Il coniuge guardando la consorte
in piedi sul muretto del terrazzo
e pronta per seguirlo nella morte
provò un’indicibile imbarazzo!
Gridò: “Non far la stupida, tu scendi!
Non voglio aver rimorsi di coscienza,
ti amo, in questo modo mi sorprendi,
però sai bene quanta sofferenza
ho dovuto patir per arrivare
a questo gesto estremo e risoluto,
io voglio solamente lavorare,
nessuno mi ha mai dato alcun aiuto!
Dov’è lo Stato quando i cittadini
si trovano in precarie condizioni?
Starà pensando a come far quattrini ...,
si fanno vivi solo alle elezioni! ”
In quel momento venne un poliziotto
col figlio che guardando il proprio padre
in piedi per lanciarsi giù di sotto
e poco più distante anche la madre ...
si mise a singhiozzare impaurito
in preda a convulsioni di gran pianto,
ci fu un silenzio tetro ed insistito.
La donna scese, strinse il figlio accanto,
entrambi accomunati nel dolore
guardarono il congiunto, che sorpreso,
provò una fitta intensa in fondo al cuore ...
chinò la testa e dopo esser disceso
s’unì al figlio ed alla sua consorte.
Il poliziotto disse: “Mi dispiace,
ma per fermar l’intento della morte
non c’era un modo meno pertinace! ”
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
| «A volte, quando una situazione sta precipitando ci si aggrappa all'impossibile nel tentativo di evitare un tragedia, in questo caso il poliziotto vedendo quella scena inconsueta e disperata, non aveva altra scelta che fermare quei due genitori portandoli di fronte alla responsabilità del proprio figlio scosso e in una crisi di pianto convulso, per constatare se almeno questo gesto riuscisse a fermarli, ed è stato così, una tragedia evitata, ma i problemi restano in famiglia e nessuno si prende l'onere di aiutare la gente disperata per i problemi quotidiani che li assillano!» |
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Commenti di altri autori:
«Non è semplice intervenire su quest'opera davvero inconsueta e originale. Ho letto ogni verso con il cuore in gola per arrivare al sospirato lieto fine. La poesia vale più di ogni riflessione personale e condivito tutto, dai messaggi ai politici menefreghisti ed opportunisti fino ad arrivare al gesto del polizziotto che sfrutta la forza del sentimento e dell'amore per fermare un uomo disperato. Uomo che ha perso la dignità a causa di una società sorda e corrotta. 
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