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«Sonetto che ironizza la società moderna facendo riferimento ai ragazzi di una volta. È l’avanzata tecnologia ad influire sui ragazzi, poiché attualmente quasi tutti usano il computer che li rende sapientoni e tuttofare. Malgrado ciò si verifica un degrado nell’àmbito morale e sociale, poiché rispetto a prima i ragazzi si comportano da incivili. La conclusione del sonetto è pungente, siccome afferma che difficilmente i ragazzi di oggi possano tornare ad essere come quelli di una volta, in quanto la società si è corrotta a tal punto da puzzare.» |
Inserita il 21/10/2017 |
È vveru ca cu lu computer mu’
si pó ffa’ cuddu ca no’ ssi faceva
’na vota, quannu ‘ncora tutti nu’
facemmu sulu quantu si sapeva.
E ‘nu vagnoni mu’ non èti cchiù
comu ‘na vota quann’iddu riteva,
percé ni sapi sarai cchiù ti vu’
ca vi crititi ca è comu pareva.
Mu’ li vagnuni no’ so’ comu prima:
purtavunu alla scola lu vantili
e li capiddi cu ‘na bbella scrima.
Ormà’ mu’ no’ ni shtannu cchiuni asili.
Vagnuni ca mu’ pàrunu ‘na cima,
però intra sontu comu ‘nu purcili.
Prima èrunu civili.
Vagnuni ti ‘na vota no’ ssi torna;
la società ti muni merda sforna.
Traduzione
Ragazzi di una volta
È vero che con il computer ora
si può far quello che non si faceva
una volta, quando ancora tutti noi
facevamo solo quanto si sapeva.
E un ragazzo adesso non è più
come una volta quando lui rideva,
perché ne sa forse più di voi
che credete sia come sembrava.
Ora i ragazzi non son come prima:
a scuola portavano il grembiule
e i capelli con una bella scriminatura.
Ormai ora non ci sono più asili.
Ragazzi che ora sembrano una cima,
però dentro sono come un porcile.
Prima erano civili.
Ragazzi ti una volta non si torna;
la società di adesso merda sforna. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto caudato in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD, dEE.» |
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