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A primavera i giochi dei bambini,
sul prato a ruzzolar giù per la valle,
profumo di quei freschi ciclamini,
ricordi che mi porto sulle spalle.
Il castagneto seminava frutti,
l’autunno che arrivava troppo in fretta,
quei anni li ricordo tutti,
le prime corse con la bicicletta.
La mamma che stendeva i panni al sole,
la nonna mi prendea sulle ginocchia,
e mentre sgranocchiava una pannocchia
lei mi donava amore e semplici parole.
L’ovetto fresco tutte le mattine,
il latte appena munto dalla Gina,
il pane che sapeva di farina,
e la domenica... il brodo di gallina.
Dalla finestra di quella soffitta
vedevo la punta di quel campanile,
quando suonava sembrava impazzita
e mi tappavo l'orecchie in quel fienile.
E poi... e poi la neve,
come scendeva lenta...
vicino al fuoco ci si riscaldava
mentre si cucinava la polenta.
E alla mattina dopo sulla slitta
discese a rompicollo si faceva,
su quella strada bianca ormai sparita,
da tanta neve... e tanta ne scendeva.
Adesso dico a te che stai leggendo
Socchiudi gli occhi sol per un istante,
avrai quel quadro fisso nella mente,
le corse a piedi nudi dei bambini
e sentirai il profumo di quei boschi,
ed il profum di freschi ciclamini.
Ora quella casetta non c’è più,
ci sta un palazzo grande a tutto specchi,
riflette il campanile della chiesa,
ma non riflette il mondo di noi vecchi. | |
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| Bruno |
14/09/2007 12:43 | 774 |
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