M’impietosisce l’orgoglio
che sfoglia le pagine d’un libro
che non riesco a chiudere.

Mi manchi tra le pieghe del cuore,
nel silente respiro ovattato
della notte che non lascia scampo,
nell’imperversare della tempesta
dove il cuore non trova riparo
sotto lenzuola stracciate.

Mi manchi nel delirio che la luna
tormenta nell’accecare il cammino,
dove annegano le stelle
nel pozzo di desideri senza canto.
E brilla il pianto dipinto sugli
ombrosi scogli della disperazione
che nel grido tace, e mi stanca l’anima.

Mi manchi nel respiro di notti assurde
in quest’inverno che tace,
nel vestirmi d’una eterea stanchezza
che ingoia l’amaro sapore del male.

E mi manchi nelle pieghe di un digiuno
che m’infiamma il respiro e la follia.
Saprò morire ora, arreso,
con la ragione d’un amore assente
che sulla mia lapide
non poserà nessun fiore.