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«Poesia che si esprime rudemente nei confronti di tutti noi che inconsciamente, anzi, incoscientemente agiamo con disinvoltura nascondendo la nostra vera identità. In poche parole, siamo sepolcri imbiancati senza il minimo di dignità e senza consapevolezza di quanto operiamo nei riguardi degli altri. La chiusa contiene un richiamo per chi si sente d’essere poeta senza mettere in atto quanto pensa e quanto scrive. Gli ultimi due versi sono d’autocritica per dimostrare che anch’io sono ipocrita come tutti gli altri.» |
Inserita il 29/09/2017 |
Il mal che in tempi antichi l'uomo ha fatto
adesso non dovrebbe essere adatto,
però la Storia sempre si ripete,
ché vince ognora chi di gloria ha sete.
Tutto si fa per brama di potere
o di quant'altro ancor si vuol avere,
così l'essere umano è condannato
dal suo egoismo a vivere in peccato.
Giammai nessuno se n'è risentito
anzi, non s'è per niente intimorito
ed ha voluto ancora fare quello
che più gli piace e ch'è per lui più bello.
Col volto ben coperto dall'orgoglio
l'uomo va avanti né mai teme scoglio
che possa romper la sua falsità
togliendogli la maschera che ha.
Chi più, chi men, ci nascondiamo tutti;
solo apparenza senza dare frutti;
facciamo tutto ciò che ci conviene
e mai nessuno ci può infligger pene.
Siam fatti tutti come i farisei
che sulla bella faccia mostran nei;
vogliamo essere quelli che non siamo;
aiutarci l'un l'altro non sappiamo.
Pensiamo d'esser bravi e dignitosi
senza saper che agli altri siam dannosi;
crediamo che bisogna far del bene,
ma siamo i primi a dir: "Non ci conviene!".
E tu chi sei, poeta che non fai
quello che scrivi e manco quel che sai?
Ipocrita e nient'altro, come me,
ché faccio anch'io lo stesso come te! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Questa poesia rispecchia il mio sonetto in vernacolo pubblicato ieri: "Lu veru puèta".» |
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