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“La mamma è morta, devi rassegnarti,
non sei il solo vedovo del mondo,
io figlia sono qui per consolarti,
ma càlmati, non esser furibondo! ”
Così le disse Giulia, la figliola,
preoccupata per il genitore
che, in piedi, senza dire una parola,
le dimostrava tutto il suo dolore.
(La moglie gli era morta da due mesi
e stava scivolando in depressione,
viveva in casa con i nervi tesi
ed il cervello sempre più in tensione).
Guardò la figlia e cominciò a parlare:
“Ascolta Giulia, ero abituato
con lei, non mi faceva mai mancare
l’affetto, tu non sai quanto mi ha amato!
Con lei vedevo il mondo tutto rosa,
perch’era dolce, unica, fedele,
sincera, assai gentile, premurosa
ed al posto del cuore aveva il miele!
Tu sei sposata, ami tuo marito
e, quindi, stai in famiglia e sei felice,
per te il dolore è solo recepito
se si torna ad aprir la cicatrice.
Ma io, purtroppo, son rimasto solo,
non è la solitudine in se stessa,
perché con i ricordi mi consolo,
ma dove trovo un’altra principessa?
Tua madre trasmetteva sicurezza,
m’ha sempre dato tutto, dall’amore
ad una strabiliante tenerezza
che mi faceva rallegrare il cuore.
Aveva un modo d’affrontar la vita
che mi lasciava alquanto sbalordito,
splendeva della gioia più gradita
che contagiava pure suo marito.
Ed era molto bella e intelligente,
mi consigliava quando col patèma
mi si bloccava il cuore con la mente
e lei mi risolveva ogni problema!
Con lei vicino, mi sentivo un dio,
perché avvertivo che mi stava a fianco,
adesso, invece, vado nell’oblio
e ciò mi fa sentire vecchio e stanco!
Per me tua madre era come il sole
che risplendeva dentro la famiglia,
per decantarla non ci son parole,
neppure tu, seppure sei sua figlia
potresti mai capir quant’era immensa,
aveva una bontà illimitata,
donava a tutti una dolcezza intensa,
...la rosa più sublime e profumata!
Son vedovo, la colpa è del destino,
mi devo abituare a questa croce,
tu stai con tuo marito e col bambino,
per me il distacco è stato troppo atroce!
Me ne dovrò pur fare una ragione,
però finché non passa sono a terra,
nel suo ricordo muovo a commozione
ed il mio cuore genera la guerra! ”
... La figlia nel vederlo tanto oppresso,
gli disse: “Devo starti più vicino
e ti verrò a trovare un po’ più spesso,
così potrai giocar col nipotino!
Perché non vieni, invece, a casa mia
fin quando non ti torna un po’ d’umore?”
Rispose: “Grazie per la cortesia,
ma in te rivedo lei, ... il mio amore! ”
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«In genere quando muore una moglie, vista anche l'età, l'uomo piano piano si rassegna, tranne quando questa è riuscita ad entrare nel suo cuore con tutta l'anima allora il dolore strugge l'uomo per la mancanza di una compagna insostituibile che ha saputo dargli tanto amore. La figlia cerca, pur con tanto affetto, di consolarlo, ma il dolore è troppo forte e lei stessa assomiglia troppo alla sua amata da risvegliare in lui altro dolore.
NB.: I nomi, i personaggi e la vicenda sono frutto della mia fantasia, pertanto ogni riferimento a persone o cose deve ritenersi del tutto casuale.» |
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