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Cari bambini, sono il cantastorie,
che raccontarvi sempre sa ogni volta
e ogni momento le più belle storie,
vi vedo attenti, ciascheduno ascolta.
Vi hanno sempre insegnato i grandi saggi
che se nel mondo esiste l'ingiustizia,
per un po' vince con amari assaggi,
ma trionfa alla fine la giustizia.
C'era una volta un uomo buono, Tizio,
onesto sempre in ogni propria azione,
che mai cedette in vita ad alcun vizio
come chi gran rispetto si propone.
Ce n'era invece un altro, un certo Caio,
disonesto, cattivo, senza cuore,
che sembrava con diavolo far paio,
gli altri faceva pianger di dolore.
Del Re si presentò al gran cospetto
in modo da poter Tizio infamare
soltanto per il gusto del dispetto
e riuscì pure a farlo imprigionare.
Non contento del falso che spandeva
riuscì persino, è il colmo, a farsi dare
quel poco che il buon Tizio possedeva,
per poterselo lui dilapidare.
A questo punto voi di già pensate
la fine di una storia così triste,
bambini, su tal fatto meditate,
cose simili sempre si son viste.
Come dicono i saggi qui nel mondo
pur se l'ingiusto sembra prevalere,
però alla fine, d'ogni fatto in fondo
la giustizia riesce a prevalere.
Sulla base di questo intendimento
vi racconto la fine della storia
secondo quel che io nel cuore sento,
la dico chiara, senza però boria.
Della novella questa è conclusione
che Caio visse ricco e senza affanni,
Tizio invece restò nella prigione
fino all'amara fine dei suoi anni.
Ulteriore conclusione:
Non date retta a me, bambini cari,
io sono un cantastorie disilluso,
credete solo ai saggi senza pari...
con tale detto la novella ho chiuso. |
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