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Paion forti i lumi eretti dalla spes che incanta Animi.
Lumini ardenti possiede, così gentili e trasparenti,
che 'l cielo - vitale e ragguardevole -
più riesce a trattenere quel plumbeo,
che 'l par esprimere coraggio, che 'l par esprimere paura
e per essi il tramite originando Pensieri.
Mutavan in specchio riflettendo luce e bellezza e calore,
ciò che senza essi brucerebbe senza riscaldare,
fornendo al soldato l'arme possenti.
Poscia che'l tutto cangia in grigio e al lagrimar da vita,
senza scambio di clipeo, diventan pozza, che 'l rovescio esalta
con giudizio duro e spezzato.
Dal gocciolar, se depurati, due percorsi compaion:
l'uno scosceso e rinato, e colmo del bel giudizio che renovato aumenta.
L'altro ripido e noioso, rivoluzionato,
migliore pei primi, peggiore pei secondi,
con cruda foga esposto e di faccia accettato.
Ogne viso è maschera crudele,
che del pensier debole si distorce,
finch'ella, maestra trasparente,
alla lezione s'apprende.
Come in iridati campi fertili, dove gemma il chicco di gran
cadendo per poi ritornare, dall'ardire d'un seme spuntan,
d'un verde forte e dolce ramoscelli con dure braccia,
per stringer forte ciò che l'aere porta.
Oh vita, com'è possibile che da tal durezza qualcosa nasca?
Che da questa terra aspra un gentil germoglio esca.
Oh vita, come la terra dura addolcisce il suo grembo per prender luce?
Forse non è tutto oscurità?
Fors'ella brama la vita - come sorella -
e dispettosa l'accoglie per poi distruggere?
Tosto - questa - nella crescita può decidere se far marcire
o concedere qualche raggio ancora.
Ora questo seme è maturato, cresciuto.
Vibra al plumbeo vicino, e al soffio fresco,
la chioma, che di picciol cose si ricopre
riscaldando le terga e il centro della fredda, tetra natura.
Dalla terra smossa or tutto cambia.
Marciume son divenuto e ho perso la beltà difesa che,
colle punte dei piè, poggiavan su rami col gentil usignolo.
Rami forti, ritti, poscia divenuti incurvati sterpi,
spogli delle fugaci compagne.
Tosto il sol si mostra fiamma.
Ma ecco; forse non è tutto larga effusione di pianto?
Nello smuovere forse altro seme s'è calato.
E nella terra muore 'l pensier mortificato,
'l cader m'è dolce perché tornar voglio nel ventre ratto. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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