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Oh Luna, a te rivolgomi, mia graziosa Luna.
Sì che la candida tua essenza, di quieta
magia
il cor m’avvolge e li peniser a poco
sprofonda in un cald’oceano di pace e
amore.
Inchinomi al tuo cospetto,
con gentil grazia e rispetto,
cantando a te ciò che in petto porto,
rimembrando l’animo mio, in quel dì
risorto.
Che ciò ch’io avea creduto morto,
inaspettato, lesto, di colpo,
risbocciato è com’un fior, nel giardin
della mia vita.
Luna, tu Luna, che dall’alto dei cieli
il pallor tuo risplende,
e sin sulla mia terra,
lo diffondi tra la gente,
imploroti stanotte, di ascoltar lontano
il mio supplichevol canto.
Me, riporta la mente, a quella notte
di accesa passione, ai piè del di Siusi monte,
riparati dal ciel commosso,
lieto di veder simil spettacolo.
Angeliche voci di Valchirie nell’aria
risuonavan,
e spandendosi tra i colli, il pensier mio
portavan.
Lontano, fuggevol disio d’infinito,
d’immergersi nel tutto e del tutto a lui
donare.
Le note mie lente, faticose all’abbandon
della paura,
usciron svelte e collui giunsero alte vette,
magia s’innalza.
Luna, tu c’eri, ben sai io cosa provai,
nell’udir per mia stessa mano,
la volontà farsi atto,
e venir presto in cuor suo,
e lieto ricambiar un amabil sorriso.
Quando amor prend’afforza l’istante,
e cela tutto il resto sotto un vel di stelle,
ch’altro valgon il Fato, il Tempo e ‘l sinistro
candor della natura?
Ch’altro può affliger la speme in sen
Riposta,
fievole luce abbagliante in un fugace lampo?
È Luna ‘l medesim baglior tuo, che alto ci
tange e lontan contempla la condizion
dell’umana gente.
Mira attenta e osserva:
all’orizzonte il pensier tende,
mostrasi fittizia agl’occhi degl’altri,
s’illude nel futuro,
il passato ignora,
l’attimo non coglie.
Amor sol che l’ora avvolge, e in sé al dopo
sguardo non volge, dimmi Luna, prego te,
dimmi:
ch’è sol che in momenti tali, il pensier nostro
è fermo senz’eguali?
Conoscer come, medesima sensazione,
nel resto della vita, al di fuor della passione?
Sì ch’è fuggito l’attimo,
al resto il peregrin uomo farà ritorno,
e in cor suo porterà il ricordo,
ma nel tedio oscuro, la mente, riporterà
al dopo giorno.
Luna, sol tu intatta di pur’essenza,
dai mali nostri ti trovi esente,
non provar pena per la povera gente,
ma con le magie tue, conforto dona.
S’osservando la tua imperturbabilità,
l’uomo gl’occhi a te sovente volgerà,
mirabil esempio potrai offrire,
e ‘l dolor che lo circonda,
sì presto o tardi,
farai scomparire. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Un invito a cogliere l'attimo, come accade nello sbocciare di un amore, per tutti coloro che si illudono nel futuro e non apprendono, dal passato, i propri errori.» |
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