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Si sono fermate
piccole goccioline
sui rami stanchi oggi:
corvini bulbi di sera
scuri d’avorio
e tesi i nodi:
ricordano steli di fiori,
tese punte di spada
scivolano come ricordi
di una festa rossa,
dal tono assai truce
il temporale dal truce aspetto:
spenta così nella luce
la carezza dell’ aria
dolce, così cara nel mito
Soffia,
oggi il vento da ovest:
verso di noi spinge la bufera:
un’ aurora
Il pero ed accanto il prugno
sulle cime degli alberi:
sopra punte di lancia
rosacee, eran così calme,
le foglie,
da sole innocenti,
nella verdognola macchia congiunte:
assetate, or’ appartate
in un’ aura d’ orchidee.
Sulla via
acerbo il frutto
snodato, dalla salita
esausto il verso
richiama:
noci schiacciate
nell’ esteso passaggio
colte in sacchi di mani vuote:
vasto il terreno di tenebra
argentato si fonde,
nei lividi del cielo
Il vento nelle stelle
(e) madido verso la luce
s’allontana ora,
solo il pettirosso.
Velato è il mondo:
...trascurata l’ emozione,
divampa dalla croce:
orfano, rossiccio il petto,
dorso grigio e bianca la fronte
Al confine del pruno,
quel cespo di lattuga,
è nudo il pesco,
debole il melo
Al di là della vecchia siepe
sottile, cade quasi (la) neve,
le lacrime nella gola nera
tua: la rinascita.
Si diffonde
soave il canto,
poetico e celeste:
l’armonia e la pace
come un’ arpa dorata
nel tempio
Ossa erano fragili,
di siepi ed altri cespugli violenti,
negli scheletri neri di frasche:
colpite anime impaurite
dalla frusta al cuore di fronde.
Fosco era il tempo,
di madreperla era il cielo:
se ne andò, confuso
tra foglie e mari neri,
s’annullo’ nella bruma
d’un cielo d’ottobre:
il piccolo pettirosso.
Domani s’alzerà la nebbia
distante è la memoria,
quello sguardo vuoto
negli occhi suoi
nell’ umidità eterna
nel leggero momento
d’abbandono
nel leggero movimento
dell’ abbandono:
un lieve,
dolce taglio sulla fronte...
nella pace scelta
d’un fiore:
nel cuore era il dolore...
ancora quella parte
ferita del sole... | |
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Nary |
17/10/2015 12:59| 794 |
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