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Nell'illusione d'essere un Poeta
(l'iniziale maiuscola s'addice)
che ha raggiunto oramai l'ambita meta
ho fatto un sogno... verità la dice!
Invitato a un congresso di poeti
fra i più illustri del mondo in assoluto,
ho declamato a tutti (e n'eran lieti)
i miei versi più belli compiaciuto.
Un applauso scrosciante ho ricevuto,
fra i più spontanei certo e i più sinceri
di quei grandi che insieme m'han voluto
(c'era persino Dante, l'Alighieri!)
Tutti a congratularsi e a dire “bravo”
e “sei poeta degno della storia”,
dentro di me io lieto gongolavo
e mi sentivo invaso dalla boria.
Guardavo il volto di quei miei colleghi
ed erano i più grandi, i più sovrani,
e mi facevan tutti grande preghi
perché stringessi io le loro mani.
Ero talmente immerso nel successo
giacché io mi sentivo così grande
ch'ebbi bisogno di recarmi al cesso
per un impulso sotto le mutande.
Ma loro mi attorniavano festosi
dimostrandomi un meritato affetto,
però, nell'esser tanto premurosi
m'impedivano andare al gabinetto.
Per sfuggire da quel festeggiamento
non mi restava altro che svegliarmi,
cosa avvenuta tosto in un momento
onde potessi all'uopo soddisfarmi.
Il sogno sull'istante è dileguato
ed io mi son trovato nel mio letto
senza più quel bisogno disperato
di recarmi di corsa al gabinetto.
Mi son sentito addosso inumidito
e a raccontarlo io divento rosso,
le mutande ho sfiorato con un dito:
m'ero pisciato tutto quanto addosso!
Ed ho capito allora quel che il sogno
voleva dirmi, verità provate,
che d'essere applaudito io lo sogno
ma che le mie poesie sono pisciate! |
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