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Aspra e impervia è la tua via
e molto incerto l’avvenire,
quando all’alba con la barca
ti allontani dalla riva
La tua giornata è amara e dura
quando ti ritrovi solo in mezzo al mare,
nella furia tempestosa delle onde
o con il sole a picco che arde sulla pelle
Il tuo sudore misto alla salsedine
ti brucia gli occhi e le pupille
ma tu incurante continui a navigare
gettando le tue reti in mezzo al mare
E ad arte, fondi la tua vita su quel mare
e su quel pesce che fatica ad arrivare.
Quante volte sei tornato a riva sconsolato
ché a poco o nulla servirà il tuo pescato
Per te la vita è il mare
e per il mare la tua vita è anche un po’ la sua
di te conosce tutto ormai
le abitudini, la barca e persino i tuoi richiami
E quando affondi dolcemente
i tuoi pesanti remi nelle onde
gli par che lo accarezzi e ti risponde
facendoti le fusa, tra mille ghirigori
Ma più non può donarti che il suo caldo abbraccio
quando al tramonto lui pure t’accarezza
col sole che rimbalza sulle scaglie delle onde
e con la brezza ti sfiora il viso e pure gli occhi
E par che ti saluti e che ti dica:
Ora sei stanco, va’ a casa a riposare
e non ti disperare, ci rivediam domani
di certo la tua pesca sarà migliore...
Però tu lo sai bene, il mare sparge coi suoi flutti
le sue ricchezze e i suoi tesori
ma tu li coglierai con la fatica e col sudore
e tanta tanta avara parsimonia! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Il pescatore e il mare sono un tuttuno, uno conosce l’altro e come il pescatore dipende dal mare, anche il mare dipende un po’ dal pescatore, e lo accarezza, lo abbraccia col suo calore, e gli dona i suoi tesori, ma con molta parsimonia... Questa poesia è dedicata a tutti i pescatori, a quelli di Molfetta, mia città natale, ma soprattutto a Giuseppe De Candia, marito di una mia cugina, scomparso in mare con la sua barca in un giorno di burrasca e ritrovato solo dopo molti giorni, sulla sua barca in fondo al mare senza vita. Possa tu trovare la tua pace, tra quelle onde che conoscevi così bene» |
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