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«Non moltissimo tempo fa, venivano chiamati ospizi, ora sono stati rinominati "case di accoglienza per anziani". Bastasse, quando su tutto, su ogni ecosistema societario, dovrebbero contare le relazioni, i legami, l'empatia che al dolore non fa mai l'abitudine. Grande efficienza, non mancano i sorrisi, ma dobbiamo ammmettere che è l'ottica ad essere sbagliata, un ottica che sdradica le persone dalle proprie case, quando il sistema sanitario potrebbe intervenire con assistenza vera, fattiva a domicilio.» |
Inserita il 07/10/2015 |
Da qui a lì,
a vista d'occhio,
fino al ripostiglio delle scorte
dove sono stipati,
anche i sensi di colpa
di un'umanità
che demanda e rinonima.
Demanda l'accoglienza,
rinonima casa
ciò che non è casa.
E' scritto fuori
e tutto l'involuto dentro
per ogni senso accortocciato
da scartare all'occorrenza:
paradigmi e funzioni
che valgano al decanto
di un luogo non luogo
che surroga gli affetti.
Da qui a lì,
stanza per stanza,
verso quel poco di vita
che ancora si mostra sui comodini:
un piccolo pettine
che sciolga nodi di dimenticanza,
una bottiglietta d'acqua che plachi altre seti,
un vassoietto di pasticcini
che renda meno amara l'assenza.
Da qui a lì,
stanza per stanza, vita per vita,
dove voci petulano a chiunque passi
col nome di quel figlio
che non mai è andato via
e non ha da tornare
se figlio è chiunque passi.
E quella misurata attenzione,
e una mutuata comprensione,
come da copione.
Chè sembra, sempre, basti quel poco
per rimediare in fretta
e svoltare un corridoio.
Ada dondola sull'amaca
con sbarre di legno
e culla la sua bambola di stoffa
sotto un cielo bianco
e un sole al neon.
Un intentato rivolo, la parola muta,
pur negli immani alfabeti
e in silenzio scivolare via
verso un'altra incombenza.
Deve esserci un modo
per non fare l'abitudine
a questo dolore che si infrange ovunque,
contro porte e muri, lungo corsie vuote
rinominate corridoi,
Per una misericordia vera
dove blu non urta il bianco
ed ogni cielo è perso
nel microclima di una stanza
che non è aria, che non è respiro
ma un frangente di vita,
quel poco che resta. |
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Anna62 |
13/06/2015 13:34 | 1251 |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Ho percorso quei corridoi, sono entrata in quelle stanze da cui un anziano non andrà più via e...» |
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