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L’unica cosa certa che c’è
è che dentro di me
non ci sono risposte ai perché.
Guardo un mondo di schifo
e non vedo decenza,
ma un rispetto sbiadito che manca di te.
Sei uno schifo di vita,
una brutta partita,
sei lo spettro dell’Ego di un miserabile Re.
La mia rabbia ormai ha occhi
Che non sono distratti,
ma guardano fissi in direzione di te.
Il riflesso è violento,
vedo i drammi e il rimpianto,
di chi ti ha lasciata senza chiudere il conto.
Esistenze sprecate,
lezioni mancate,
sbranate da menti ormai troppo affamate.
Ti ospita un Mondo
che non ha di profondo
che i suoi mari macchiati dal piombo.
Vorrei averti più mia,
e invece inseguo solo una scia
che più corro e più scivola via.
Non so più cosa fare,
ma non voglio mollare,
non posso permetterti ancora di andare.
Mi hai già fatto del male
e mi chiedo se possa bastare
o se c’è ancora dell’altro che debba pagare.
Una risposta non c’è
ma questi infami “perché”
sono tutto quello che adesso rimane di me.
Attenta però, non lasciarti ingannare,
non sarò io quel fantasma costretto a scappare.
Ho ancora paura,
ma la mia pelle è più dura,
sarà un attacco che non conosce premura.
Ho imparato a cadere
per poi risalire
una strada che ancora non sembra finire.
Ogni caduta è violenta, l’impatto più forte,
ma forse a combattere c’è un’impavida sorte
che non vuole saperne ancora di morte.
Sono più vivo di prima
e non c’è l’eroina
a annebbiare la vista di ogni mattina.
Ti cerco assetato, avaro, arrabbiato,
e attenta, chi caccia è un vecchio drogato.
Ti ho stanata nascosta in queste mie vene,
e non c’è cosa che oggi di più mi appartiene.
Sei grigia, sei brutta, ma non sei ancora finita,
ti prendo e ti cambio maledettissima VITA! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«La droga offusca le menti, e dopo anni ti porta a pensare che per te non ci sia più via d'uscita. Tutto diventa grigio, offuscato, gli stimoli passano e vedi che tutto intorno a te, le amicizie, la famiglia, i rapporti con il prossimo, tutto assume un contorno indefinito. Come un vecchio muro che si sgretola, ogni punto di riferimento che avevi crolla giù e tu, con una scrollata di spalle, lo lasci scivolare senza dargli importanza.
La Vita fa schifo, pensi tu. Finché un giorno, imprevisto e silente, arriva quello che chiamiamo "momento di lucidità", e d'improvviso capisci che devi lottare...» |
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