Erano belli i giorni dei sogni
quando a primavera, indossando
abiti a fiori, correvo sui campi
come farfalla impazzita.

Erano belli i giorni, quando nel
mare veleggiavano i sogni verso
approdi di gloria e i vascelli della
fantasia navigavano senza meta.

Erano belli i giorni, quando pallida e
fremente suonavo al piano con tocchi
di fata i notturni Chopin, con emozione,
come se quella musica divina fosse stata
composta per me.

Mentre il gatto saltava felice sui tasti e
con gli occhi da birbante fuggiva prima
che la mia mano riuscisse ad afferrarlo
e stringerlo, tra rabbia e dolcezza.

E finiva lì, la musica, lo spartito a terra
il pianoforte aperto e la tua voce che
dalla strada urlava "scendi!" E poi
avvinghiati camminavamo con l'anima

candida nel dolce fluttuare del languido
mare dei nostri sensi, mentre guardandoci
ci svelavamo i misteri dei nostri occhi,
i misteri del primo risveglio all'amore.