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Ho sognato di giorno, proprio ieri,
intento in consueta pennichella
ch' ero davvero io Dante Alighieri
con il Virgilio a far la gitarella
per un cerchio infernale buio e triste
senza il conforto manco d'una stella.
Di fronte a cose orrende giammai viste
chiesi al Maestro mio che mi guidava
per quelle impervie e tenebrose piste
perché mai quella gente si grattava,
e per di più bensì potei vedere
che in mezzo a un grande scendere di lava
con l'unghie si graffiavano il sedere,
Rispuosemi il Maestro: “In questa riva
son anime che in terra il lor parere
dissero sempre come gli veniva,
senza mai porre al dir controllo alcuno,
ed ora il contrappasso a loro arriva
e non puote più dir parola ognuno,
tanto che è sol concesso il gesto muto
di quel grattar con unghie che son pruno
e nessuno puo' dare ad essi aiuto.
Se or da me tu vuoi aver consiglio
io te lo posso dar ben compiaciuto,
in certe situazioni, da coniglio
è meglio il comportar che da leone,
io te lo dico qual tu fossi un figlio.
La saggezza pertanto ti propone
di far silenzio e tener dentro tutto,
sarà per te di gran soddisfazione
ricever dal mio dire grande frutto.”
“Maestro” dissi “per me babbo sei
e io ti seguo in tutto e dappertutto,
io volentieri ti prometterei
qualsiasi cosa, or vedi che ti ascolto,
seguo i tuoi detti come fosser miei
e riconosco quel mio agire stolto.
E per questo ti dico, illustre Vate,
quel che mi viene in mente, nulla tolto,
tu hai detto delle grandi bischerate
che dicono da sempre i moralisti
quando sparano simili cazzate.
Ben comportarsi io non li ho mai visti,
ragion per cui dalla mia bocca caccio
l'urlo che sempre i buoni rende tristi:
"Smettila di cianciare, bischeraccio!
Dico quel che mi pare e ciò confermo,
neppure tu mi prendi col tuo laccio
e in propositi miei rimango fermo.”
A sentir ciò Virgilio si è scomposto
e mi ha gridato, pur restando ermo:
“Etrusco, ma va' a prenderlo in quel posto!”
Fu tanto forte il tono di quel grido
che pe'l sobbalzo io mi sveglio tosto,
e, dopo lo scossone... me la rido! |
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