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«Michel Houellebecq è diventato famoso in Italia soprattutto per il suo recentissimo romanzo "Soumission" (uscito, per caso, nella stessa settimana del funesto attentato a "Charlie Hébdo") , in cui immagina l'avvento al potere in Francia dell'Islam tra una decina di anni. Ma anche in precedenza lo scrittore francese si era azzardato a creare sulla carta un possibile futuro. In "Les particules élémentaires", del 1998, aveva ipotizzato che, attorno al 2080, una razza umana molto diversa dall'attuale avrebbe popolato il nostro pianeta. Si legge in una delle pagine finali del libro (traduco dal francese): "Esistono ancora degli umani della vecchia razza, in particolare nelle regioni rimaste a lungo sottomesse all'influenza delle dottrine religiose tradizionali. Il loro tasso di riproduzione, però, diminuisce di anno in anno, e la loro estinzione sembra al momento inevitabile. Contrariamente a tutte le previsioni pessimistiche, questa estinzione avviene nella calma, malgrado alcuni atti di violenza isolati, il cui numero è in costante decrescita. Ci si sorprende perfino di vedere con quale dolcezza, con quale rassegnazione, e forse con quale segreto sollievo, gli umani abbiano acconsentito alla propria scomparsa. "» |
Inserita il 13/06/2015 |
Se, come pare che la scienza attesti,
cinque milioni d’anni fa la scimmia
diede origine all’uomo primitivo,
ci sono state due o trecentomila
generazioni prima della nostra.
E un poco a meditare ci mettiamo,
quando pensiamo che tra noi e i Romani
sono solo settanta, oppure ottanta,
i passaggi da figlio a padre o madre:
quei Romani, quei Greci, quegli Egizi
quasi sono per noi come fratelli,
rispetto agli antichissimi antenati
di cui non ci rimane alcuna traccia.
Ma, se noi siamo già tanto diversi
da quelli che duemila anni or sono
il mondo dominavano con gloria,
come saranno i nostri discendenti
tra cent’anni, duecento, oppure mille? |
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«La poesia, in endecasillabi sciolti, è stata scritta dopo aver visto, non molto tempo fa, su "Rai Tre" un interessante documentario scientifico di Alberto Angela sull’evoluzione della specie. Da esso ho attinto il controverso dato dei cinque milioni di anni dalla comparsa dei primi ominidi.» |
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