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Niente... e qui 'l Nulla affascina e si vive,
e la Vita si mostra un sogno odiato -
in mondo di menzogna - e le giulive
speni ne sono chimere del Fato;
e tu, Poëta, lagni e a queste rive
vittima se' del viver, umiliato,
e incompreso e represso, e l'affettive
quieti svaniscon. Oh fossi mai nato!
La Furia fulgoreggia e del Demòne
la fiamma si ridesta, e scaglia al vento
i cantici e le rose, e la canzone,
e in perfidia si cala 'l Sentimento,
e le labbra innocenti giaccion prone
in un mare di sprezzo e tradimento.
Di penare è 'l momento,
poiché alla Primavera degli augelli
lupi vi sono in sembianze d'agnelli...
Lupi che danno la Vita agli armenti,
aquile folli che parlan d'Amore.
Ma chi crede che sia un mondo i cui stenti
non còvan disinganni, né dolore?...
Rapsodo n'erro, sprezzato da molti,
co' un nome che si fia larva irredenta
che si posa e si cangia a' tanti volti,
e che al sogno si muore e giace spenta;
e la Vita medesma qui m'attenta,
un viver che non volli, e forse 'l cielo,
le pallide ninfee e 'l formido gelo,
e 'l palpito sgraziato in fondo al core.
Si decadono i sensi e i Sentimenti,
sono un giardino d'un tremulo fiore.
Ma chi crede che sia un mondo i cui stenti
non còvan disinganni, né dolore?...
Niente... e qui 'l Nulla si pinge di canto,
e l'uomo si trascina in tetro avello,
e l'occhio si lamenta in freddo pianto,
come al ramo che sorge fa l'augello.
Così vincon le larve, e al fango affranto
le Furie del meriggio al praticello
i trucidati scagliano, e d'accanto
anco 'l Sole ne infiamma un arboscello.
Odio le chiome del tempo felice,
i fulgidi capei di Primavera,
e la Vita ne sprezzo; e maledice
una parte del labbro or giunto a sera,
e vivere non fora una fenìce:
e poscia v'è soltanto Morte intiera.
Il Sole è scialba cera;
e frattanto 'l Poëta in stillicidio
forse stanco di viver vuol suicidio;
e de'i suoi non fia schiera
a posar fiori belli in sulla bara,
nè a terger dalle ciglia un'acqua amara,
e la Natura fiera,
lì coprirà di terre un fior d'Iddio
che niuno ne comprese, 'l core mio! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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