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Dentro a ‘sta galera faccio giorno e faccio sera.
Vedo tante passeggiate dentro all’arie confinate,
chilometri percorsi sempre dentro ai stessi posti.
Limitati in una cella, o dentro ‘n campo de pallone,
famo score questa vita affibbiannoje ‘n valore.
Dentro a ‘sti cori ‘n po’ piegati,
c’è ‘n passato de reati.
Tutte vite co’ ‘na storia,
de cui ‘a gente ‘n vo’ conosce ‘a memoria.
A tanti basta giudica’ co’ sufficienza pe’ scaricasse ‘a coscienza.
Nu’ lo sanno che i reati c’hanno origini e antenati.
A ‘ste persone vorrebbe daje l’occhi mia,
pe’ levaje ‘sta miopia,
guarderebbero ai problemi co’ sentimenti più sereni.
Io stò imparanno a spese mia,
che giudica’ a occhi chiusi è ‘na follia.
Semo l’argine franato,
de ‘n’esistenza ‘n precariato.
Droghe, vite d’espedienti e problemi famiari,
ponno esse stati parti in causa de ‘sti mali,
e quanno dici “ognuno reagisce a proprio modo”,
te senti risponne “er monno è bello perché è vario”.
Però è solo ‘n’ipocrisia,
perché come sarta fori er detenuto,
‘a comprensione diventa ‘n’utopia.
Mò ‘n vojo dì che tutti sono uguali,
ma certa gente aiuta a compromette l’ideali.
Si c’è ‘n Sistema ‘nvece, che propio nun comprendo,
è parte dàa giustizia e er suo malato accanimento.
Ce so’ guardie carcerarie, divise tra sensi onnipotenti e frustrazioni devastanti.
Se dovrebbe fa’ de ‘ste carcerazioni,
tempi e sistemi utili a riabilitazioni.
‘Nvece funziona tutto all’incontrario,
e er carcerato n’esce solo più cattivo e più ‘nvecchiato.
Ma noi qui dentro poi s’abituamo,
è questo er vero guaio...
ciò che semo dentro nun è ciò che diventamo.
Tra pianti soppressi e sentimenti disconnessi,
l’animo nostro se ‘ndurisce, e la rabbia torna a cresce.
Semo nati da ‘na stella capricciosa che c’ha messo a dura prova,
co’ ‘n destino già segnato contro er quale noi lottamo.
In ogni caso ‘n sarendemo, continuamo a nu’ mollà,
perché de ‘na cosa semo certi... tutto questo ‘n giorno finirà! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Alla fine del 2007, precisamente il 15 Ottobre, dopo aver avuto qualche precedente e rapido "entra ed esci" dal Carcere di Regina Coeli a Roma, la vita che conducevo ha raggiunto la sua massima inclinazione. Vengo arrestato per scontare 3 anni e 4 mesi - pena scontata per intero -, e a quel punto prendo consapevolezza del disastro che avevo fatto della mia vita.
Da quel momento in poi inizia per me una lunga fase di riflessione, legata alle difficoltà al dolore e alla sofferenza causati da quel posto.
Ho cominciato lì a scrivere, dopo circa un anno, perché era l'unico modo per sentirmi libero.» |
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