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 | Era o' juorno e pagamento,
a vicchiarella chella matina,
s'era aizata ampressa.
Dopp''o cafè e a pinnulella
pa pressione, se preparaje
a burzetta co' libretto.
Cuoncia cuoncia, s'avviaje...
camminnanno a fatica e cull'affanno,
e dint'è penzier nu sacco e mbruoglje.
A gente già faceva a fila,
e già se murmuriava a chi
era arrivato pe' primma.
Doppo doje ore e fila,
stanca morta, cu chille quatto
pirucchje e pensione, torna a casa.
E mente cammina zuppecanno,
a mmente, se divide tutte e sorde:
o chianchiere, o panettere,
o salumiere e Onna Filumena,
chella ca dà e sorde co' nteresse,
e poi penza: ”Pure stù mese,
nun me rimane niente”.
Steva piglianno e cchiave p'arapì o purtone,
quanno nu guaglione russulillo,
ce passa vicino e ce scippa a borza.
Disgraziatooooo! Fetenteeeeeeee! lassa a borzaaaa...
comme facciooooo, aiutoooooo, aiutatemeeee...
Nisciuno a visto niente,
nisciuno a sentuto,
sul'essa chiagne e allucca.
A vicchiarella morta e collera,
s'accascia nterra, e tremma ancora,
e penza c'adda passà nu mese,
pe turnà a piglià a penzione.
”E' na vergogna, è n'infamità,
chillo che sorde mije, nun sè arriccuto,
ma a me, me tocca e fà a famme,
e m'endebbità, e patì e collera,
tutto chesto, pè nu strunzillo e mmerda,
pè nu marijulo n'fame”.
Nisciuno a visto niente,
nisciuno a sentuto,
sulo aroppo na semmana,
l'hanno truata morta rint'o lietto,
ancora ca burzetta mmano, e cò libretto.
NESSUNO HA VISTO NIENTE!
Era giorno di pagamento,
e la vecchietta quella mattina,
si era alzata presto.
Dopo il caffè e la pillola
per la pressione, si preparò
la borsa con il libretto.
Piano piano si avviò...
camminava a fatica e con l'affanno,
e nei pensieri un sacco di imbrogli.
La gente già era in fila,
e già discutevano a chi
era arrivato per prima.
Dopo due ore di fila,
stanca morta, con quei
quattro soldi di pensione, torna a casa.
E mentre cammina zoppicando,
nella sua mente divide i suoi soldi:
al macellaio, al panettiere, al salumiere,
a alla Signora Filomena, quella che dà
i soldi con l'interesse, e poi pensa:
”anche questo mese non mi rimane niente”.
Stava prendendo le chiavi per aprire
il portone, quando un ragazzo dai capelli
rossi, le scippa la borsa.
Disgraziatoooo, Fetenteeee, libera la borsaaa,
come facciooo, aiutoooo, aiutatemiiii...
Nessuno ha visto niente,
nessuno ha sentito,
solo lei piange e strilla.
La vecchietta morta di collera,
s'accascia a terra e continua a tremare,
e pensa che deve passare un altro mese
per tornare a riprendere la pensione.
”E' una vergogna, è un'infamità,
quello con i miei soldi non si è arricchito,
ma a me, tocca fare la fame,
mi devo indebitare, e soffrire di collera,
tutto questo per un ragazzino fetente,
per un ladro infame”.
Nessuno ha visto niente,
nessuno ha sentito,
solo dopo una settimana,
l'hanno trovata morta dentro al letto,
ancora con la borsetta in mano e con il libretto. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Veramente splendida. Hai costruito un ambiente ed un evento con pennellate veloci, da impressionista della rima. Tanti. Poesia rara»
«Già nessuno vede mai nulla... Splendido ritratto dei nostri dolorosi tempi!»
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