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I dispiaceri di questa vita, imposti
Ai più umili, senza protezione
O doti, sono veramente violenti,
Nella lotta quotidiana, della fragile
Sopravvivenza...
La vita quale oceano, colmo di
Specie varie...
L’ oceano quale vita, colmo di
Dolori tanti...
Tra lo spazio infinito, dal suolo
Dalla terra ai cieli, vaga un
Popolo stanco di aspettare disperato...
Di minare ogni giorno la forzata
Resistenza...
Tra questo spazio infinito, quale suolo
Accidentato, scosceso, arido, penoso,
Stanno le lacrime del popolo
A bagnare tutte le pietraie...
E negli scogli delle spiagge, aggrappati
Disperatamente, c’è un mollusco
Interessante, persistente, forte, grande...
Sono le cozze della spiaggia, aggrappate
Alle pietre...
A volte un raggio di Sole si fa sentire
Negli scogli...
Quando riscalda la roccia fredda, abbassa
L’aria salmastra, la vita brilla sfrenata...
Distratti, deliranti per la grazia
Ricevuta, attraverso la luce del sole,
Le cozze sopravvivono...
Nella mansuetudine dell’ insenatura, come succede
Nella vita, a volte si alza la marea
Violentando scogli,
Scurendo il giorno,
Mettendo tanta paura...
Le cozze aggrappate, come
Il popolo alla speranza
Sopravvivono agli sobbalzi
Venuti dall’ oceano...
Mareggiano gli occhi di Dio, per il suo popolo
Così sofferto.
Mareggiano le nuvole nei cieli, quali le
Lacrime del fratello...
Di questo fratello di anima e fede, che vive
Ogni minuto aggrappato al futuro,
aspettando il miglioramento, l’abbassamento di questa marea.
Mareggiano le stelle marine che niente possono
Fare per le cozze degli scogli...
Però, come queste cozze che prendono la
Forza dal niente, conservando il loro spazio
Che il mare si ostina a soccombere, ci sono gli
Uomini nello spazio.
Vivono nella speranza che un giorno, non
Così distante, il mondo ascolti le loro grida,
Clamore dell’ anima dimenticata, persa,
Dilaniata.
Quali le cozze della spiaggia
Incognita l’ uomo che è popolo,
Spera che la vita offra,
Nella luce del giorno che sorge,
Un sole a brillare di nuovo. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«(Poema pubblicato nel mio primo libro, “Diagnosi”, 1989)
“SOPRAVVIVENZA”
“ Un poema differente, senza metrica, rima o ragione.
Un poema differente, per colpire
Il cuore”... Ana Stoppa.» |
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